L’attivazione della Didattica a distanza (DAD), ha rappresentato un ostacolo al proseguimento dei percorsi di inclusione intrapresi dai docenti, riducendo sensibilmente la partecipazione degli alunni con disabilità. La presenza in aula, le relazioni con i propri compagni, il sostegno di figure competenti opportunamente formate, la presenza e la fruibilità di tecnologie adeguate, l’accessibilità dello spazio, giocano un ruolo fondamentale nel favorire la partecipazione degli alunni con disabilità a una didattica inclusiva. Nell’anno scolastico 2019/2020, gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane sono quasi 300 mila, 3,5% degli iscritti, oltre 13 mila in più rispetto all’anno precedente, con un incremento negli anni del 6%. Tuttavia, con la Didattica a distanza, i livelli di partecipazione sono diminuiti sensibilmente, tra aprile e giugno 2020, oltre il 23% degli alunni con disabilità, circa 70 mila, non ha preso parte alle lezioni, quota che cresce nelle regioni del Mezzogiorno, dove si attesta al 29%, mentre gli altri studenti che non partecipano costituiscono invece l’8% degli iscritti.
Gli insegnanti di sostegno che nell’anno scolastico 2019/2020 operano nelle scuole italiane sono poco più di 176 mila, a livello nazionale il rapporto alunno-insegnante (pari a 1,7 alunni ogni insegnante per il sostegno) è migliore di quello previsto dalla L. 244/07 che raccomanda un valore pari a 2. Tuttavia il numero d’ insegnanti specializzati risulta insufficiente; la richiesta di queste figure aumenta di anno in anno più velocemente di quanto non cresca l’offerta.
Non sempre disponibile la tecnologia come facilitatore di inclusione scolastica, la scuola italiana ha avviato un percorso di digitalizzazione “strutturale” già nel 2007, quando si è iniziato a parlare di un Piano Nazionale per la Scuola Digitale-PNSD, che ha evidenziato nella tecnologia una importante funzione di “facilitatore” nel processo d’inclusione scolastica, supportando l’alunno nella didattica e aumentando i livelli di comprensione. Ma in Italia, circa una scuola su quattro risulta carente di postazioni informatiche adattate alle esigenze degli alunni e notevoli sono le differenze territoriali, con una dotazione maggiore nelle regioni del Nord, le più virtuose la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna con l’85% di scuole provviste di postazioni. La Sardegna invece presenta la percentuale più bassa (64,2%). Tra le scuole che dispongono di postazioni informatiche, la collocazione in classe è ancora poco diffusa, 42% degli istituti. Il 58% dei plessi scolastici dispone di questa strumentazione in ambienti esterni alla classe, aule specifiche per il sostegno o laboratori informatici dedicati, circostanza che costituisce un ostacolo all’utilizzo quotidiano dello strumento come facilitatore per la didattica in classe. Il Mezzogiorno, con il 39%, ha la più bassa quota di postazioni in classe. La postazione informatica, inoltre, anche quando è posizionata all’interno della classe, può risultare inadeguata: il 28% delle scuole con postazioni in classe dichiara che tale strumentazione è insufficiente. Il livello di questa carenza diminuisce nel Nord, dove la quota di scuole con postazioni insufficienti scende al 24%, e aumenta nel Centro e nel Mezzogiorno, dove sale al 29% e al 32%. Le scuole dell’infanzia che utilizzano una tecnologia specifica a supporto dell’alunno con sostegno sono il 21,5%, senza differenze territoriali rilevanti.
Maggiori sono invece le difficoltà di accesso per gli alunni con disabilità sensoriali, in quanto appena il 2%delle scuole dispone di tutti gli ausili senso-percettivi destinati a favorire l’orientamento all’interno del plesso e solo il 18% delle scuole dispone di almeno un ausilio, anche in questo caso sul territorio si delinea un chiaro gradiente Nord-Sud: la quota diminuisce progressivamente, passando dal 22% delle regioni del Nord al 14% di quelle del Mezzogiorno. Nonostante si rilevi ancora un grave ritardo nei livelli di accessibilità, solo il 12% delle scuole ha effettuato, nel corso dell’anno scolastico, lavori finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche.
Fonte ISTAT