Contro lo smog è ora di mettere mano al portafogli. Il Governo ha annunciato che sono stati individuati 1,5 miliardi, non tutti subito disponibili, ma poco più di 400 milioni potrebbero cominciare a essere spesi a stretto giro (35 per la mobilità sostenibile previsti dal Collegato ambientale, 300 attraverso il fondo Kyoto per reti di ricarica elettrica ed efficienza energetica in scuole, strutture sportive e condomini, 70 dai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo per la riqualificazione degli edifici della P.a).
“Ne occorrerebbero molti di più per varare misure strutturali – dalla riqualificazione energetica degli edifici della Pubblica amministrazione al rinnovo dei mezzi pubblici agli incentivi per sostituire i veicoli più inquinanti – idonee a risolvere un problema che si trascina da oltre 30 anni – ricorda spesso il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – Sono preoccupato della straordinarietà del momento che stiamo vivendo, per via dei cambiamenti climatici, tra un po’ possa diventare ordinaria”.
Intanto, si comincia a parlarne più concretamente. Si è svolto al ministero il Comitato di Coordinamento ambientale, la task force di Sindaci e governatori costituita a dicembre scorso in occasione della precedente emergenza smog in cui fu stilato un Protocollo d’intesa con Conferenza delle Regioni e Anci, nel quale si indicavano Misure d’emergenza e un Piano strategico triennale. Di altri interventi strutturali di più lungo periodo, per i quali ci sarebbe un miliardo dalla legge di Stabilità, se ne riparlerà. Le Regioni hanno richieste ben chiare. La Lombardia chiede due miliardi di euro, in cinque anni: uno per rafforzare il trasporto pubblico locale e un altro per incentivare la sostituzione dei veicoli privati più inquinanti. La Lombardia vuole anche che la Ue riconosca la specificità del bacino padano, con contestuale coordinamento a livello nazionale delle politiche per l’aria delle Regioni interessate.
Il Veneto boccia le misure spot. L’assessore all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, ha ribadito che sono necessari “almeno 500 milioni di euro per le misure strutturali che il Veneto intende attuare con il Piano di risanamento dell’atmosfera” il quale prevede: interventi di risparmio energetico negli edifici; privilegiare le fonti rinnovabili e le produzioni a energia pulita; incentivi ai cittadini per la sostituzione di impianti di riscaldamento obsoleti e promozione di una mobilità sostenibile. Il principale responsabile dell’inquinamento dell’aria sono gli impianti di riscaldamento privati (65%) seguiti dal trasporto su strada (18%), ha rilevato Bottacin.
Il vicesindaco di Napoli, Raffaele Del Giudice, ha chiesto di sbloccare i finanziamenti per l’acquisto di nuovi bus non inquinanti e per il completamento della linea 6 della metropolitana e le risorse necessarie per piantare 7 mila nuovi alberi in città.
Il Piemonte, che non vuole misure a macchia di leopardo, punta a una strategia omogenea con Comuni più importanti e Province. In un prossimo incontro si cercherà di tradurre in ambito regionale le indicazioni nazionali. Per lo stesso motivo, l’Umbria ha costituito un tavolo istituzionale della qualità dell’aria.