La Liguria come modello di sviluppo green. Nei prossimi 15 anni, in termini di sola occupazione diretta, potrebbero nascere nella regione oltre 4.500 nuovi posti di lavoro dalla transizione verso un modello green e low carbon dell’economia, con particolare riguardo allo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, per cui servirebbero investimenti medi annui pari a 391 milioni di euro. È quanto emerge dallo studio “Liguria, proposte per un modello di sviluppo nearly zero emissions”, commissionato dal Wwf all’Enea e presentato stamani a Roma.
L’indagine approfondisce le possibilità di una transizione verso un modello basato su tecnologie e sistemi in grado di ridurre le emissioni di gas serra, ma anche di promuovere l’efficienza energetica, favorire lo sviluppo e l’innovazione del sistema produttivo e incrementare i livelli occupazionali, seguendo i principi di un’economia circolare. Secondo lo studio, l’insieme delle proposte consentirebbe alla Liguria di ridurre di circa 6 milioni di tonnellate annue le emissioni di CO2, portando le emissioni pro-capite a circa 3,6 tonnellate rispetto alla media nazionale attuale che è di circa 7,1 tonnellate.
Gli interventi interessano cinque settori: fonti rinnovabili elettriche, rinnovabili termiche, accumulo elettrochimico in batterie, risparmio energetico nell’edilizia e sistema dei trasporti sostenibile. Nel campo delle fonti rinnovabili elettriche e termiche, lo studio prevede che si possano creare 2.076 nuovi posti di lavoro, con investimenti medi annui pari a 166 milioni di euro che consentirebbero di soddisfare il 40% della domanda elettrica regionale con le rinnovabili.
Sul fronte della riqualificazione del parco edilizio, con un investimento medio annuo di circa 209 milioni di euro si creerebbero 2.186 nuovi posti di lavoro e gli interventi realizzati su oltre 10 mila appartamenti permetterebbero di ridurre i consumi del 60% rispetto agli attuali livelli.