Dal cappello a cilindro del decreto-legge Rilancio, approvato dal Consiglio dei ministri, scaturisce un Fondo istituito presso il Ministero dell’interno con una dotazione di 3,5 miliardi di euro, da ripartire tra Comuni, Province e Città metropolitane entro il 10 luglio 2020 con decreto dello stesso Viminale, da emanarsi di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze sulla base della perdita di gettito e dei fabbisogni per le funzioni fondamentali. Almeno, questo è quanto elenca la nota di Palazzo Chigi diffusa al termine della riunione del Governo e in attesa della pubblicazione del decreto-legge in Gazzetta Ufficiale. Una cifra indubbiamente consistente, ma al disotto delle richieste dell’Anci e di molti Comuni (5 mld circa) che in questi giorni hanno lanciato un vero e proprio grido d’allarme sulla tenuta dei bilanci, sul rischio d’imminente default e sulle lentezze nell’erogazione effettiva della liquidità già stanziata dai precedenti DPCM. Di conseguenza, al fine di assicurare una celere erogazione di risorse utili per fronteggiare l’emergenza sanitaria da COVID-19, il Governo prevede di erogare il 30% del fondo a titolo di acconto in proporzione alle entrate al 31 dicembre 2019, come risultanti dal SIOPE.
Il sindaco di Bari e presidente Anci Antonio Decaro ha infatti commentato a caldo, durante un collegamento con la tramissione Porta a Porta nella serata di ieri:
“Previsto un miliardo in più per i Comuni. Risorse di cui abbiamo vitale bisogno. Ma non vediamo ancora i 400 milioni necessari a scontare la tassa sui rifiuti ai negozianti costretti a chiudere dall’emergenza sanitaria. I Comuni devono approvare un bilancio in pareggio. Ma, in assenza di entrate, cosa tagliamo? la luce, le corse dei bus? la raccolta dei rifiuti?”
Il decreto anticipa l’erogazione del fondo sperimentale di riequilibrio per le Province e le Città metropolitane per l’anno 2020. Infine, istituisce nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze un altro Fondo, con una dotazione di 12 miliardi di euro, finalizzato a concedere anticipazioni a Regioni, Province autonome ed enti locali che si trovino in uno stato di carenza di liquidità, per far fronte al pagamento dei propri debiti di carattere commerciale certi, liquidi ed esigibili. Tale Fondo sarà articolato in due sezioni, una destinata ad assicurare la liquidità per il pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili degli enti locali e delle Regioni e Province autonome per debiti diversi da quelli finanziari e sanitari, l’altra per assicurare la liquidità alle stesse amministrazioni per il pagamento dei debiti degli enti del Servizio Sanitario Nazionale. La gestione delle due sezioni del Fondo è affidata alla Cassa depositi e prestiti, sulla base di una convenzione da stipulare tra il Ministero e la Cassa entro 10 giorni dall’entrata in vigore del decreto.