Saranno i trasporti marittimi il prossimo dossier ‘bollente’ sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici, che le istituzioni europee affronteranno nei prossimi mesi. Lasciato fuori dall’accordo di Parigi, se fosse un Paese questo comparto avrebbe un valore di emissioni che si colloca fra quello della Germania e quello del Giappone.
Nell’Ue è l’unico settore dei trasporti che non contribuisce al target di riduzione di gas serra, nonostante la CO2 del comparto sia aumentata del 48% fra il 1990 e il 2008. Per questo ora gli occhi di Commissione europea, Europarlamento e ambientalisti sono puntati sulla prossima riunione dell’Organizzazione marittima internazionale (Imo) ad aprile, perché si decida ad assumere un impegno taglia-CO2 e adotti provvedimenti.
“Sia l’Imo che l’associazione europea degli armatori vogliono collaborare dopo Parigi, ma per ora si fermano al livello di buone intenzioni” riferiscono fonti Ue. Il primo ad esserne cosciente è il commissario europeo al clima, Miguel Arias Canete, secondo cui “se non verranno assunte misure di mercato a livello globale, avremo un problema”. Con la diplomazia al lavoro, all’esecutivo Ue per ora le bocche sono cucite su un eventuale ‘piano B’, in caso di sconfitta alla prossima riunione dell’Imo.
Eurodeputati e ambientalisti però non intendono perdere altro tempo e affilano le armi. “É impossibile raggiungere il target di Parigi senza il contributo dei trasporti marittimi” ricorda Sotiris Raptis, degli ambientalisti di Transport & Environment. “L’Ue deve agire ora e regolare le sue emissioni, allo stesso tempo facendo pressione sull’Imo” sottolinea Raptis. L’occasione d’oro da cogliere nelle prossime settimane a Bruxelles è la proposta di riforma del mercato europeo della CO2 (Ets), che vede la commissione ambiente leader del dossier. “Speriamo nella riunione dell’Imo ad aprile, ma nel frattempo adottiamo il principio di precauzione: stiamo studiando la possibilità di includere i trasporti marittimi nell’Ets” riferisce all’ANSA José Inacio Faria, eurodeputato portoghese del gruppo dei liberali (Alde) ed ex relatore delle nuove regole sul monitoraggio delle emissioni di tutte le navi che usano i porti Ue, in vigore nel 2018.
La modifica legislativa per il mercato europeo della CO2 non sarebbe di poco conto, ma è l’unica opportunità a portata di mano e “i gruppi politici su questo tema risultano abbastanza allineati, ad eccezione dei conservatori” spiega Faria. “Una maggioranza al Parlamento europeo c’è già” confermano fonti Ue, che nell’iter della riforma dell’Ets vedono probabili ostacoli a livello di Consiglio. Nel secondo semestre a guidarlo sarà Malta, ma da questo Paese, caratterizzato da una grande flotta, ci si attende “un approccio costruttivo” concludono le fonti comunitarie.