Si moltiplicano a livello internazionale e nazionale esperienze e interventi tesi a rendere le città più vivibili ed ecosostenibili. Un processo indubbiamente interno e complementare al movimento globale delle smart city. Da segnalare nel nostro Paese l’esperienza particolarmente significativa del Comune di Prato, che può essere considerata un apripista in tal senso. Non a caso, Il progetto “Prato Urban Jungle”, finanziato dalla Commissione Europea con 3,7 milioni di euro nell’ambito del bando Urban Innovative Action 2019, è stato presentato recentemente dal Sindaco della città e dagli assessori all’Urbanistica, al Centro Storico e alla Cultura, insieme all’Ufficio Europa del Comune. Erano inoltre presenti il segretario di Legambiente Toscana, Fausto Ferruzza, il presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani, Luca Magazzini, il presidente di EPP Edilizia Pubblica Pratese, Federico Mazzoni, e i rappresentanti degli altri enti partner del progetto: Pnat, spin-off accademico dell’Università di Firenze, Studio Stefano Boeri Architetti, IBE Istituto per la Bioeconomia, Estra, GreenApes e Treedom. Obiettivo dell’iniziativa, ri-naturalizzare alcuni quartieri di Prato in modo sostenibile e socialmente inclusivo attraverso lo sviluppo di giungle urbane. Con questa iniziativa l’Amministrazione comunale intende raggiungere due obiettivi principali:
1) la rigenerazione di aree urbane in disuso, sottoutilizzate o in declino attraverso il riutilizzo di edifici e spazi verso un uso nuovo, più creativo e sostenibile, valorizzando in particolare elementi architettonici che appartengono alla memoria collettiva e all’identità della città (vecchi capannoni industriali, dintorni di case sociali, edifici storici, ecc.) attraverso il ripristino dello spazio e del suolo, l’alleggerimento della densità urbana e l’ideazione di nuove funzionalità in grado di ripristinarne l’uso e la fruizione condivisi.
2) la creazione di hub tra la comunità in grado di costruire nuove isole verdi ad alta densità, strutture e aree di fruizione ambientale, sportiva, culturale e sociale.
Prato vanta già oltre 29.000 alberi di proprietà pubblica che migliorano i viali, le strade e i parchi della città. Si stima che collettivamente gli alberi di Prato generino benefici economici per oltre 400.000 euro all’anno, eliminando 3.715 kg di inquinanti atmosferici ogni anno, e producendo risparmi energetici per il 2010 Mwh, intercettano 7.891 m3 di acqua meteorica e 69.600 Kg di anidride carbonica all’anno – e a differenza di altre infrastrutture, gli alberi aumentano di valore nel tempo. Il progetto porterà benefici ambientali, ecologici, economici e sociali, migliorerà la salute, la qualità di vita, il benessere e la sicurezza dei cittadini. A tal fine verranno sviluppate Urban Jungles come soluzione innovativa per affrontare i problemi di uso sostenibile del territorio in tre aree specifiche della città:
– La 1° mostrerà la creazione di una giungla urbana in un’area privata: l’edificio ESTRA e i suoi dintorni situati in una complessa area urbana che si affaccia sulla più trafficata via pubblica della città con il passaggio giornaliero di 50.000 veicoli.
– La 2° area si trova in una zona ad alta densità di popolazione caratterizzata dalla presenza di alloggi sociali e, talvolta, di situazioni di marginalità sociale. In particolare, la sperimentazione riguarderà un edificio molto complesso costituito da 152 appartamenti abitati da circa 500 persone.
– La 3° area sarà incentrata nel Macrolotto 0, storico quartiere della città caratterizzato da spazi sottoutilizzati, nei dintorni del Macrolotto Creative District e degli edifici dove è in corso un progetto di riqualificazione urbana finanziato dal FESR per le aree urbane, culturali e innovazione sociale. L’edificio individuato è quello in via Giordano che sarà destinato al nuovo mercato metropolitano della città.
La progettazione sarà eseguita nei prossimi mesi e i lavori inizieranno nel gennaio 2021 per arrivare a conclusione nel gennaio 2022. Nel frattempo nelle tre aree selezionate saranno posti 32 sensori ad alta tecnologia per la misurazione della qualità dell’aria e della capacità di assorbimento degli inquinanti da parte degli alberi. La soluzione proposta integra innovazioni radicali che non sono mai state utilizzate o testate prima a livello di città. La principale innovazione risiede nel concetto di Urban Jungle, appunto, che va oltre il tradizionale concetto di forestazione urbana. Invece di ricostruire le aree dense della città, la vegetazione può colonizzare gli obiettivi “posizionando” il verde sul maggior numero possibile di superfici / spazi, il più vicino possibile al luogo in cui vengono rilevate le criticità (isola di calore, inquinamento o necessità di creare spazi socialmente utili e utilizzabili).
Cosa insegna in ultima analisi l’eperienza di Prato? Una cosa semplice ma fondamentale: l’approccio innovativo Urban Jungle può essere applicato all’interno di una nuova pianificazione urbana per la creazione di infrastrutture verdi, costituendo un banco di prova efficace per la replica in altri siti o città e fornendo informazioni coerenti per la progettazione di futuri edifici pubblici o privati e di aree urbane. In altre parole, il progetto integra il concetto di Urban Jungle con pratiche innovative di coprogettazione per fornire la soluzione ecologica attraverso maggiore consapevolezza e impegno, aumentando così la resilienza della città e la sostenibilità del paesaggio urbano.