“La città è contenitore di ansie e aspettative generate dalla globalizzazione, ma al tempo stesso è il campo su cui affrontarle, nel concreto e nel reale”. Con queste parole Guido Castelli, presidente di Ifel-Anci, ha avviato una riflessione sulla dimensione urbana nel Terzo Millennio in occasione della decima edizione del World Urban Forum, in corso ad Abu Dhabi (8-13 febbraio). Evento internazionale che accoglie migliaia di persone arrivate da tutto il mondo per discutere del futuro delle città. Si tratta di un incontro semestrale, istituito nel 2001 dalle Nazioni Unite, per affrontare le questioni più urgenti del mondo: la rapida urbanizzazione e il suo impatto sulle comunità, le città, le economie, i cambiamenti climatici e politici. Cinque sono quest’anno i tavoli tecnici del Forum: i giovani, le donne, le comunità di base, i governi e le imprese locali e regionali.
“Sarebbe riduttivo – e finanche pericoloso – scrive Castelli – parlare di città come sinonimo di “megalopoli” asiatiche o americane, secondo la suggestione proposta un paio d’anni fa da Parag Khanna, che vedeva la “rinascita delle città-Stato”. L’Italia ha una storia diversa, fatta di molti nuclei urbani, e una geografia difficilmente omologabile anche alle grandi pianure europee. Senza indulgere nelle patologie del municipalismo, è tuttavia difficile non pensare alla dimensione del Comune, quando parliamo della centralità del ruolo delle città in Italia. D’altronde “solo al tempo dei liberi Comuni italiani, anseatici e fiamminghi, le città avevano un ruolo di agenti d’innovazione pari a quello che stanno assumendo nell’attuale momento storico” (Pierciro Galeone, “Città e nuove generazioni, il futuro dell’Europa”). Questo grande richiamo internazionale alla “missione” delle città per assicurare uno sviluppo “sostenibile e inclusivo” al nostro mondo, ha un’eco civica nelle parole del Capo dello Stato, che ha definito i Comuni “radici e sensori della Repubblica”.
Una premessa importante per il ragionamento che il presidente di Ifel sviluppa con rigore in un recente articolo apparso su Huffington Post, approdando poi a una conclusione fondata su una logica stringente: “Per assicurare il ruolo richiesto alle città – e ai Comuni “radici e sensori della Repubblica” per ripetere le parole di Mattarella – ci vogliono soldi. È un fatto di scelte. Se nel bilancio dello Stato è stato possibile stanziare 8-9 miliardi per il reddito di cittadinanza – scelta opinabile, ma squisitamente politica – alla politica di governo spetta decidere di trovare almeno un miliardo per i Comuni e le comunità. Negare queste risorse vuol dire negare l’articolo 5 della Costituzione, sottrarsi all’autorevole richiamo del Capo dello Stato e smentire gli obiettivi internazionali di sostenibilità che vedono nelle città e nella loro stessa vita, la condizione per assicurare uno sviluppo “sostenibile e inclusivo”.
I lavori in corso ad Abu Dhabi registrano altri interventi di rilievo. “Condividiamo una visione comune di città sostenibili e sicure, ma è necessario andare avanti perché l’urbanizzazione è inarrestabile”, ha dichiarato Maimunah Mohd Sharif, direttore esecutivo dell’Agenzia delle Nazioni Unite per gli Affari urbani, che ha inaugurato l’evento. Gli ha fatto eco la giovane attivista ugandese per il clima e fondatrice del gruppo d’azione giovanile ‘Fridays for Future’, Leah Namugerwa: “Sono qui per promuovere azioni volte a garantire che i bambini e i giovani siano veramente rappresentati nei vostri processi decisionali. Dobbiamo agire e presto perché non c’è più tempo da perdere. Per favore – ha implorato – intraprendete seriamente l’azione per il clima”. Le ha risposto Joyce Msuya, vice direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep) che ha sostenuto: “I giovani hanno un ruolo enorme da svolgere nell’esprimere la volontà politica. È ora che ci fidiamo dei giovani. Sono pronti ad ascoltare, connettersi, imparare e guidare”.
Richiamando l’appello di Guido Castelli, Victor Kisob, vicedirettore esecutivo delle Nazioni Unite-Habitat, ha sottolineato che la creazione di città sostenibili e ben funzionanti richiede finanziamenti massicci e che questa dovrebbe essere trasformata in un’opportunità per investitori. Sullo stesso tenore l’amministratore delegato della banca Hsbc Amanah Malaysia, Arsalaan Ahmed, che ha sostenuto come il settore privato possa e debba fornire il capitale finanziario internazionale necessario per garantire la sostenibilità. Infine, Juan Ramon Lazcano de la Concha, vicesindaco della città di Santa Cruz de Tenerife, nelle Isole Canarie (Spagna) ha posto l’accento sulla flessibilità: “Dobbiamo generare la capacità di resistere, cambiare, riformare e adattarci a tutto ciò che ci attende. Ci saranno nuovi rapporti di lavoro e nuovi modi di vivere sul pianeta, e queste saranno le sfide del futuro”.