Il “Pane in attesa” è un progetto nato a Padova da una rivisitazione del partenopeo “caffè sospeso”. Una variante proposta e messa in pratica un paio di anni fa da un gruppo di studenti della facoltà di Psicologia dell’Ateneo patavino, un gesto solidale nei confronti di coloro che hanno difficoltà a soddisfare le piccole necessità quotidiane. Da alcuni mesi l’iniziativa ha preso piede anche a Treviso, dove la proprietaria di una panetteria ha pensato di promuovere in prima persona il progetto, trovando la piena collaborazione dell’Amministrazione comunale e dei panificatori locali, di Confcommercio, di associazioni operanti nel territorio e di singoli cittadini. Ciascuno offrendo le proprie risorse e competenze, ha così contribuito alla concreta realizzazione dell’iniziativa.
Il “pane in attesa” mira ad aiutare chi ha bisogno e a creare una rete solidale in grado di mettere in relazione le persone, le istituzioni, le associazioni e gli esercizi commerciali. Oggi a Treviso è possibile acquistare del pane che viene immediatamente inserito in un sacchetto poi depositato in una cesta. E lì resta in attesa di essere ritirato gratuitamente da chiunque ne abbia bisogno. Basta cercare le panetterie aderenti all’iniziativa e chiedere un po’ di “pane in attesa” per poterne usufruire. Ma le buone idee, si sa, sono in qualche modo “contagiose” ed in Polesine su ispirazione dalla tradizione napoletana con il “caffè sospeso” e tenendo conto delle buone pratiche delle vicine province sono partiti “il caffè e la torta sospesa” che assicurano una colazione dignitosa a chi non può permettersela. Da Natale 2015 la Caritas diocesana di Adria (Rovigo), insieme ad Ascom, ha avviato questa iniziativa di beneficenza che coinvolge una decina di bar nel rodigino. Gesti semplici che possono tuttavia aiutare molte persone in stato di bisogno.