E’ stata presentata il 7 ottobre presso il Mibact, la relazione del Gruppo di lavoro sulle Linee guida Anac in riferimento ai codici di comportamento dei dipendenti pubblici. I codici stabiliscono le regole cui i dipendenti delle Pa devono conformarsi al fine di assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri di diligenza, lealtà, imparzialità.
Per effetto della legge Severino (190/2012), la violazione del codice di comportamento può essere causa di illecito disciplinare e perfino di licenziamento. In questo modo, un’amministrazione ha la possibilità di allontanare un dipendente “infedele” senza dover attendere una sentenza della magistratura. E’ quanto accaduto recentemente in una grande società pubblica coinvolta in una nota inchiesta per corruzione. Anche se sono spesso sottovalutati nelle loro potenzialità, i codici di comportamento rappresentano quindi un fondamentale strumento di prevenzione della corruzione.
La legge nel quadro d’insieme prevede una complessa attività di pianificazione e controllo, che coinvolge tutti i diversi livelli di governo e che ha come elemento essenziale il Piano nazionale anticorruzione, cui le singole amministrazioni devono uniformarsi, approvando i relativi programmi triennali di prevenzione della corruzione. Questi ultimi devono individuare le attività a maggior rischio corruzione e gli interventi di formazione e controllo utili a prevenire tale fenomeno. La legge prevede, infine, la nomina per ciascun ente, di un responsabile delle attività di prevenzione, come pure forme di tutela di eventuali dipendenti pubblici che segnalino illeciti.