Negli ultimi dieci anni (2010-2019) gli investimenti nelle energie rinnovabili, guidati dal solare, hanno superato i 2.500 miliardi di dollari a livello globale mentre la capacità entro la fine di quest’anno dovrebbe essere quadruplicata da 414 Gw a circa 1.650 escluso il grande idroelettrico. E’ quanto emerge dal rapporto “Global Trends in Renewable Energy Investment 2019 (Le tendenze globali negli investimenti nell’energia rinnovabile), commissionato dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) e pubblicato in vista del vertice sull’azione globale per il clima dell’Onu, il 23 settembre prossimo.
La Cina è stato il principale investitore nella capacità di energia rinnovabile in questo decennio, con 758 miliardi di dollari tra il 2010 e la prima metà del 2019; secondi gli Stati Uniti con 356 miliardi e poi il Giappone con 202 miliardi. L’Italia si piazza al settimo posto con 82 miliardi di dollari dopo la Cina con 758 miliardi, Stati Uniti 356, Giappone 202, Germania 179, Gran Bretagna 122 e India 90. Dopo l’Italia ci sono Brasile, Australia, Francia, Spagna, Canada, Olanda, Messico, Belgio, Svezia, Sud Africa, Turchia, Chile e Danimarca con 14 miliardi investiti (escluso il grande idroelettrico). L’Europa nel complesso ha investito 698 miliardi di dollari in capacità di energie rinnovabili nello stesso periodo, con la Germania che ha contribuito maggiormente con 179 miliardi e il Regno Unito con 122 miliardi di dollari.
Il rapporto mette in risalto che la sola capacità solare è salita di oltre 26 volte dal livello del 2009, si stima da 25 Gw a 663 Gw entro fine anno, abbastanza per produrre tutta l’energia elettrica necessaria ogni anno a circa 100 milioni di case negli Stati Uniti. Nel 2018 l’investimento per la capacità ha raggiunto 272,9 miliardi di dollari, il triplo rispetto a quello nella produzione di combustibili fossili. Le energie rinnovabili hanno generato il 12,9% dell’elettricità globale nel 2018, evitando due miliardi di tonnellate di emissioni di anidride carbonica. L’energia solare ha assorbito metà dei 2,6 trilioni di dollari in investimenti in capacità di energia rinnovabile effettuati nel decennio.
Considerando tutte le principali tecnologie di generazione (fossili e zero-carbonio), nel decennio si prevede l’installazione di una potenza netta di 2.366 Gw, con la quota maggiore del solare (638 Gw), seguita da carbone (529 Gw), eolico e gas in terza e quarta posizione (rispettivamente 487 Gw e 438 Gw). Anche la competitività, guardando ai costi delle energie rinnovabili, è aumentata notevolmente nel corso del decennio con il costo livellato dell’elettricità (che consente il confronto di diversi metodi di generazione di elettricità su base costante) in calo dell’81% per il fotovoltaico solare dal 2009 e del 46% per l’eolico on shore. Mentre la Cina è rimasta il principale singolo investitore nel 2018 (con 88,5 miliardi di dollari, in calo del 38%), gli investimenti in capacità di energia rinnovabile sono stati più diffusi che mai in tutto il mondo lo scorso anno, con 29 paesi che hanno investito ciascuno più di un miliardo di dollari, rispetto ai 25 del 2017 e ai 21 del 2016. “Investire nelle energie rinnovabili vuol dire investire in un futuro sostenibile e redditizio, come ha dimostrato l’ultimo decennio di incredibile crescita delle rinnovabili”, ha commentato Inger Andersen, direttore esecutivo del Programma ambientale delle Nazioni Unite, avvertendo che non è sufficiente perchè le emissioni del settore energetico a livello globale sono aumentate di circa il 10% in questo periodo. “Dobbiamo rapidamente passare alle energie rinnovabili se vogliamo raggiungere gli obiettivi internazionali in materia di clima e sviluppo”.
Il rapporto è stato commissionato con Frankfurt School-Unep Collaborating Centre for Climate & Sustainable Energy Finance e prodotto in collaborazione con BloombergNEF.