La liberalizzazione delle aliquote dei tributi locali, introdotta dalla legge di Bilancio, sta producendo i primi effetti sulle casse comunali. Lo si evince dal Rapporto sul coordinamento della Finanza pubblica reso noto recentemente dalla Corte dei conti. Secondo i magistrati contabili, ben 469 municipi su 526 che potevano aumentare l’imposta hanno comunicato al Mef il rincaro, mentre analoga tendenza non sembra prevalere in ambito regionale: “Non risultano essere stati adottati dalle Regioni provvedimenti legislativi che abbiano determinato un aumento del carico fiscale a decorrere dall’esercizio 2019”. In alcuni casi, anzi, si sono verificate riduzioni e introduzione di aliquote agevolate come in Lombardia, Sicilia e nel Lazio.
Diversa la situazione fra i Sindaci. Dopo tre anni di blocco, cui sono sfuggite solo l’imposta di soggiorno e la Tari, il placet all’aumento sta conquistandoun numero consistente di enti. Se si prende in considerazione, infatti, l’addizionale comunale Irpef, ci si accorge che su 7.971 Comuni censiti, 3.173 risultavano avere già applicato il livello massimo di imposizione (0,8%) negli anni scorsi. A questo drappello si vanno ad aggiungere, appunto, altri 469 Comuni che hanno deliberato un aumento dell’aliquota quest’anno. Si tratta, tuttavia, di un dato ancora parziale, poiché gli enti che hanno trasmesso finora le delibere al Dipartimento delle finanze del Mef sono 3.699. Dunque, la notizia di ulteriori rincari potrebbe sopravvenire con il completamento delle comunicazioni. Non manca comunque il warning della Corte: “Tenuto conto che buona parte degli enti ha già utilizzato completamente la leva fiscale in materia di Addizionale Irpef, si possono ritenere sostanzialmente limitati gli ulteriori spazi di intervento”. Come a dire, oltre al livello raggiunto non si può andare. Da notare, infine, che il 17 giugno scatterà la prima rata di Imu e Tasi. Per il momento verrebbe versata in base alle aliquote del 2018. A dicembre, però, scatterebbe il conguaglio con i relativi aumenti. C’è da chiedersi come si concili questa eventualità, e il sistema della liberalizzazione delle aliquote dei tributi locali, con l’intento governativo di procedere al varo progressivo della flat tax.