Sotto la lente dell’Agenzia del Demanio c’è il vasto patrimonio immobiliare pubblico. Obiettivo dell’indagine, selezionare gli immobili vendibili contribuendo in tal modo ad attuare il piano di dismissioni che dovrebbe portare nelle casse dello Stato circa 950 milioni, almeno nelle intenzioni del Governo. Già oggi si stima che 1.600 beni potranno essere collocati sul mercato, 400 dei quali dovrebbero rientrare nella lista che il Mef sta predisponendo per inserirla in un prossimo decreto ad hoc. I restanti 1200 immobili, invece, saranno oggetto di appositi bandi di gara da parte della stessa Agenzia.
L’operazione è partita con la Legge di Bilancio che, ottenuto il placet da Bruxelles, ha previsto un articolato programma di dismissioni immobiliari di carattere straordinario. Doveva poi seguire entro il 30 aprile 2019 un Dpcm (su proposte del Mef) contenente il piano di cessione e i criteri/modalità di dismissione degli immobili da attuarsi nel triennio 2019-2021. Gli introiti stimati ammontavano, appunto, a 950 milioni per il 2019, 150 milioni per il 2020 e altrettanti 150 milioni per il 2021. A oggi, però, mancano ancora tutti decreti necessari per dare attuazione al programma, anche se il processo è andato avanti lo stesso lentamente. Dall’inizio di gennaio, l’Agenzia del Demanio ha avviato una ricognizione patrimoniale a largo spettro allacciando i primi contatti con gli enti locali per sollecitare la conferma o la rinuncia al trasferimento dei beni. Dalle procedure di federalismo demaniale sono stati svincolati più di 800 beni inizialmente richiesti, alcuni dei quali sono rientrati nel piano di vendita. A metà febbraio è stato composto un primo elenco, sottoposto poi a un ulteriore screening per verificare la possibilità o meno di un’effettiva alienazione. Nella lista c’è di tutto: castelli; ex caserme, molte al nord; ex carceri; edifici costieri; caselli e piccole stazioni; ex stabilimenti industriali e militari dismessi, terreni agricoli ed edificabili, ex aeroporti. Ma anche proprietà di tipo residenziale e abitativo: edifici cielo-terra, appartamenti, garage, posti auto, quote indivise.
Dall’inizio dell’anno, in sintesi, il Demanio ha messo sul mercato più di 450 beni dislocati in tutta Italia, per un valore d’asta totale di 14 milioni. Le gare concluse al momento sono 9, tra i beni aggiudicati compaiono appartamenti a Padova, Milano e Venezia (dove è stata venduta anche una ex torre telemetrica), un palazzo nobiliare a Torino, terreni agricoli in Veneto. Attualmente sono in corso 4 bandi che coinvolgono 96 beni nelle Regioni Marche, Toscana, Umbria, Friuli Venezia Giulia e Lazio. La prossima settimana saranno pubblicati altri 3 avvisi di vendita in Abruzzo, Molise, Lombardia e Piemonte; altri ancora se ne aggiungeranno tra giugno e luglio nelle Regioni del Sud. Soltanto al termine del processo, che si preannuncia lungo e un po’ farraginoso, si vedrà quanto lo Stato avrà effettivamente incassato.