Il decreto end of waste per il riciclo dei Pap recupererà, evitando di mandare in discarica, 900.000 tonnellate l’anno di rifiuti. “Un giorno importante e un passaggio epocale per l’economia circolare – ha detto il titolare dell’Ambiente Sergio Costa – Oggi ho firmato il decreto con cui può finalmente decollare un’industria tutta italiana che coniuga il riciclaggio e la conseguente riduzione del problema dello smaltimento dei rifiuti con la creazione di tantissimi posti di lavoro”.
Il decreto end of waste per il riciclo dei Pap, prodotti assorbenti della persona come i pannolini, che permetterà di far sviluppare una tecnologia industriale italiana creando nuovi posti di lavoro. “Si potranno – ha aggiunto Costa – quindi recuperare e non mandare ad incenerimento o discarica ben 900.000 tonnellate l’anno di rifiuti”.
I prossimi in ordine temporale che stanno arrivando a conclusione, dopo vari passaggi istituzionali, che comprendono anche la valutazione presso la Commissione europea, sono i decreti end of waste per il recupero degli pneumatici, carta e cartone, plastiche miste e rifiuti da costruzione e demolizione.
“Questi sono i sì che ci piacciono – ha concluso il Ministro -. Questi sono i passi giusti per un futuro sostenibile e un’economia circolare che coniughi posti di lavoro e tutela ambientale dando piena realizzazione alla gerarchia dei rifiuti come fissata dall’Unione europea”.
Un rifiuto cessa di essere tale (end of waste) quando è stato sottoposto ad un’operazione di recupero e soddisfa criteri specifici da adottare nell’ambito delle seguenti condizioni (art. 184 ter del Dl 152/06): la sostanza o l’oggetto è comunemente utilizzato per scopi specifici; esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto; la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti; l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porterà ad impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute umana. Queste condizioni generali necessitano poi di ulteriori specificazioni che sono rimandate a criteri comunitari.