Secondo le tre Associazioni ambientaliste, il decreto Sblocca Cantieri (decreto legge n. 39/2019) potrebbe mancare il suo obiettivo rischiando di produrre, invece, come unico risultato la non trasparenza del settore dei lavori pubblici nell’assegnazione dei lavori e dei subappalti, nella definizione e autorizzazione dei progetti, nella vigilanza sulle infiltrazioni della criminalità organizzata, con il rischio di ricadute sui costi economici e ambientali a carico dei cittadini.
Le critiche di Kyoto Club, Legambiente e WWF sono rivolte, in particolare, alle modifiche introdotte dall’articolo 1 del decreto legge n. 32/2019 (AS N. 1248) a numerose disposizioni del Codice degli Appalti e su quanto stabilito nell’art. 4 e all’art. 5 dello stesso decreto in relazione alla reintroduzione dei commissari straordinari per la realizzazione delle infrastrutture prioritarie e per la rigenerazione urbana. Tutto ciò produrrebbe un allentamento delle regole di trasparenza e vigilanza che devono improntare l’azione della pubblica amministrazione e degli operatori economici nel delicato settore dei lavori pubblici del nostro Paese; una sottovalutazione del rigore necessario nell’espletare le procedure autorizzative che garantiscano la piena informazione e partecipazione dei cittadini e la tutela di quei beni culturali, paesaggistici e ambientali, che costituiscono un patrimonio comune irrinunciabile; un ridimensionamento sistematico e ingiustificato del ruolo e delle funzioni di proposta ed elaborazione svolte dall’Autorità nazionale anticorruzione.