L’Italia adotta il Water Safety Plan, piano di sicurezza dell’acqua, che è stato anche al centro di un convegno organizzato con il patrocinio del Ministero della salute e dell’Istituto Superiore della Sanità, alla presenza di esperti mondiali di acqua potabile a uso umano. Presente all’incontro, tra gli altri, anche John Fawell, dell’Organizzazione mondiale della sanità, che ricorda come l’aspetto sanitario sia fondamentale nel Water Safety Plan. “Un’acqua potabile sicura – sostiene – è un vantaggio per tutti. Ma i rischi maggiori arrivano ancora dai microrganismi patogeni che rappresentano la maggiore minaccia per la nostra salute. A questo proposito – conclude – devo fare i complimenti all’Italia per i notevoli passi avanti fatti in questo settore, passi che l’Oms apprezza moltissimo”.
Da apripista nella sperimentazione di metodi di controllo delle acque, in attuazione della direttiva Ue, non più solo su base analitica semplice, ma attraverso un monitoraggio e una mappatura del rischio sul territorio, sta operando il gruppo milanese Cap, guidato da Alessandro Russo. “Quello che stiamo facendo -spiega – è un lavoro legato a una sperimentazione su basi di livello europeo per garantire un’acqua ancora più sicura. Si tratta – sottolinea – di una rivoluzione totale del meccanismo di controllo dell’acqua che siamo i primi a sperimentare a livello nazionale. L’acqua – prosegue Russo – è un elemento fondamentale per il nostro futuro, per il modo di vivere il territorio. Occorre quindi consumare questo bene nel rispetto dell’ambiente, sia l’acqua che va bevuta, che deve essere sempre di maggiore qualità, sia l’acqua che depuriamo e che riportiamo nell’ambiente. Tutto questo – osserva – con il coinvolgimento della totalità dei soggetti che si occupano della sua qualità, quindi non solo il gestore, ma anche gli enti locali, l’Arpa, la Regione Lombardia”. “Questo esperimento pilota – spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Claudia Maria Terzi – sconta un po’ un’eredità che abbiamo raccolto, che era di una frammentazione eccessiva del territorio per quanto riguarda le aziende di gestione. Da due anni a questa parte – sottolinea – ci stiamo impegnando fortemente per concludere un processo di razionalizzazione che vuol dire arrivare ad aziende più sostenute dal punto di vista dei numeri, che hanno una maggiore competenza, ma sopratutto una maggiore possibilità di intervento. Il progetto Cap è molto virtuoso -osserva l’assessore – il primo che ha concluso l’iter non solo di razionalizzazione di organizzazione ma che ha già nel tempo iniziato a dar vita a tanti investimenti sul territorio. Questo è proprio l’esempio di come gli obiettivi che la legge nazionale si pone sono concreti e quindi validi. Una grande azienda, ben strutturata, concreta –conclude – che fa atti di miglioramento anche delle infrastrutture”.