Alluvioni, dissesto idrogeologico, frane, incendi, mutamenti climatici, consumo di suolo, la Penisola è assediata, il territorio viene eroso in più punti e da più agenti patogeni, eppure il patrimonio boschivo resiste agli attacchi. Anzi, si rafforza e cresce. Le foreste italiane aumentano del 72,6% nel periodo che va dal 1936 al 2015 (più 4,9% dal 2005 al 2015). E arrivano a coprire il 36,4% della superficie nazionale, circa 10,9 milioni di ettari. Questa la fotografia scattata dal ‘Primo rapporto nazionale sullo stato delle foreste e del settore forestale’ (RaFItalia), presentato oggi al Ministero delle politiche agricole in occasione della Giornata mondiale delle foreste. Il report mette in rilievo con obbiettività scientifica sia i punti di forza che quelli di debolezza, elencando anche gli aspetti da curare meglio. Tra gli aspetti critici, invece, segnala l’importazione di legna e legname, pari a circa 3,75 milioni di metri cubi per il grezzo e a 14,46 per il semilavorato. Da non trascurare, quanto a pericolosità, neppure la lotta agli incendi boschivi, “un fenomeno ancora preoccupante” nonostante si sia ridotta la superficie media bruciata. I dati complessivi sono confortanti e, per certi versi, sorprendenti. L’importante è non abbassare la guardia e, anzi, intensificare gli sforzi per tutelare l’ecosistema nelle sue diverse articolazioni.