Il Ministro Luigi Di Maio ha presentato, insieme al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e al sottosegretario Davide Crippa, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030 ed è stato messo online il portale energiaclima2030.mise.gov.it per la consultazione pubblica. Di Maio ha fissato obiettivi ambiziosi: dimezzare le emissioni dell’industria, ridurre del 33% quelle dei trasporti e raddoppiare l’approvvigionamento dalle rinnovabili. “È una rivoluzione amica dell’ambiente”. Si tratta della road map che ha come meta finale la decarbonizzazione del Paese.
Cambiamento della politica energetica verso la decarbonizzazione, dunque, riconversione ecologica dell’economia che vuol dire sviluppo industriale coniugato a scelte ecologiche, con un cambio di mentalità a favore della salute e del lavoro. Tutto attraverso una transizione verso una conversione energetica e produttiva del Sistema Italia. Così il ministro dello Sviluppo economico ha illustrato il cuore politico del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030 (Pniec) di cui – assieme al ministro dell’Ambiente Sergio Costa e al sottosegretario allo Sviluppo Davide Crippa per l’illustrazione di alcuni punti tecnici – ha presentato il portale web. “È uno strumento di dialogo su cui gli stakeholder possono fare le proprie proposte” ha spiegato Di Maio ai partecipanti, sottolineando che “questo piano ambizioso ha bisogno della collaborazione di tutti” e “indica i passi per i prossimi anni” con il cittadino che “sarà al centro della transizione energetica. Il piano indica scelte innovative ed eco-compatibili per i cittadini e le imprese”. Le energie pulite “sono alleate per la nuova politica energetica”.
“E’ un cambio di paradigma – ha spiegato Costa – del modo di produrre che tutela l’ambiente. Fra produzione e ambiente il disaccoppiamento è superato”, ha aggiunto osservando che non si tratta quindi “solo di una manovra di politica energetica”. Il Piano prevede una “transizione equilibrata, senza lasciare nessuno indietro” e se “per ogni miliardo nel carbon fossile ci sono 5.000 posti di lavoro, nel settore delle rinnovabili ne sono previsti 15mila” ha detto il ministro precisando che nella transizione non viene abbandonato nessuno di coloro che provengono dal vecchio sistema.
“Ogni due anni il piano subisce un tagliando” e anche grazie alla Valutazione ambientale strategica, ha proseguito Costa, “tutti gli stakeholder possono dare il proprio contributo”. Costa ha voluto sottolineare anche come “per la prima volta tre ministeri – Ambiente, Sviluppo e Trasporti – hanno lavorato insieme” valorizzando le sinergie, dalla mobilità alternativa al fotovoltaico che potrebbe “approdare” ad esempio su siti dopo che sono stati bonificati. Il Piano, strutturato secondo 5 dimensioni – decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno dell’energia, ricerca, innovazione e competitività – è lo strumento con il quale ogni Stato stabilisce i propri contributi agli obiettivi europei al 2030 sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili e quali sono i propri obiettivi in tema di sicurezza energetica, mercato unico dell’energia e competitività.
Il piano del governo è stato inviato alla Commissione europea a dicembre scorso e la versione definitiva dovrà essere consegnata a Bruxelles entro il 31 dicembre 2019. “Il pubblico può essere il detonatore – ha detto in conclusione Di Maio – ma servono i privati anche per un sostegno con investimenti. Non possiamo sbagliare” ha proseguito osservando che il “governo lavora a qualcosa che gli sopravviverà” e rilevando “l’ambizione di indipendenza del nostro paese” dalle fonti fossili e di “dargli più potere contrattuale”.