Si celebra oggi la giornata dello sciopero mondiale per il futuro con 98 diversi Paesi che scendono in campo per nuove prospettive sostenibili. Una sollecitazione ai Governi di tutto il mondo per agire senza mezzi termini contro i cambiamenti climatici. Aderendo all’iniziativa l’Italia è la seconda nazione per numero di manifestazioni (140), dopo la Germania (190). A seguire troviamo gli Stati Uniti con 136 eventi di piazza. A prendere parte all’iniziativa è anche il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), insieme ad altri enti di ricerca e associazioni ambientaliste per una maggiore sensibilizzazione globale verso le problematiche legate al clima, mettendo altresì a disposizione di chiunque sia interessato, dati, informazioni e attività svolte sino ad oggi.
Snpa pubblica, con cadenza annuale, un report su “Gli indicatori del clima in Italia”. Gli studi condotti progressivamente hanno evidenziato come in Italia il 2018 sia stato l’anno più caldo di tutta la serie storica di dati controllati ed elaborati (almeno dal 1961): +1,77 °C rispetto al valore normale di riferimento 1961-1990, +1,15°C rispetto al valore normale di riferimento 1981-2010; questa base trentennale viene utilizzata dai servizi meteorologici e idrologici nazionali per valutare le medie a lungo termine e la variabilità inter-annuale dei principali parametri climatici, quali temperatura, precipitazioni e vento, che sono importanti per gli ambiti sensibili al clima come la gestione delle risorse idriche, energia, agricoltura e salute. In base a studi che ricostruiscono il clima in un passato assai remoto, si può affermare che in Italia lo scorso anno sia stato il più caldo da almeno due secoli. In un chiaro segnale dei continui cambiamenti climatici a lungo termine associati alle concentrazioni record di gas serra nell’atmosfera, a scala globale gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018 si sono confermati come i quattro più caldi mai registrati. A dirlo è l’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO).
I giovani, quindi, a pieno titolo scendono in campo per il loro futuro. “La mobilitazione per lo sciopero globale di oggi rappresenta una grande occasione per contribuire alla nascita di un movimento ampio e trasversale per il clima in Italia – ha detto il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani – La nostra Associazione, dagli anni ’80 in prima linea per combattere i cambiamenti climatici, sarà in tantissime piazze al fianco del movimento giovanile che ha risposto all’appello di Greta (ispiratrice svedese del movimento studentesco). Il nostro Paese su questo fronte ha accumulato gravissimi ritardi a causa di politiche governative, passate e attuali, ancora centrate sulle fonti fossili, come dimostrano i 16 miliardi di euro all’anno di sussidi diretti e indiretti garantiti ancora oggi alle società petrolifere. Aspettiamo dal ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, un segnale concreto per fermare questo incomprensibile regalo alla filiera del petrolio a danno delle tecnologie pulite e delle fonti rinnovabili che ridurrebbero le emissioni di gas serra, lo smog e le importazioni del nostro Paese”.