Anche quest’anno l’Italia ha celebrato il Safer Internet Day, la Giornata mondiale per la sicurezza online istituita e promossa dalla Commissione europea. L’iniziativa, giunta alla sua sedicesima edizione, si è tenuta il 5 febbraio, in contemporanea con altri 100 Paesi per far riflettere i Millenial sull’uso consapevole della Rete e delle nuove tecnologie, ma anche per sensibilizzarli sul ruolo attivo e responsabile di ciascuno affinché il web sia un luogo di opportunità e non di rischi. Sono sempre di più i ragazzi che crescono in un ambiente mediale caratterizzato da una varia ibridazione tra online e offline, dove l’essere in Rete si fa progressivamente pervasivo grazie a nuovi strumenti e dispositivi (smart watch e fitness trackers, giocattoli connessi ad internet).
L’accesso da cellulare dilata poi le coordinate spazio-temporali dell’uso di internet. Stando ai dati raccolti da Eu Kids Online (2017-2018) vediamo che se l’88% dei ragazzi italiani utilizza il web a casa ogni giorno, il 44% accede alla rete quotidianamente quando è per strada o sui mezzi pubblici, ed il 42% mentre è fuori per conto proprio. Tra gli adolescenti di 15-17 anni, la percentuale di coloro che usano tutti i giorni internet anche fuori casa, sale al 74%. Cresce il numero di ragazzi e ragazze di 9-17 anni che hanno fatto qualche esperienza online che li ha turbati o fatti sentire a disagio (13%), ma aumenta soprattutto fra i bambini di 9-10 anni, passando dal 3% registrato nel 2013 al 13% del 2017. Sempre più frequenti infatti sono i contenuti inappropriati (soprattutto quelli legati all’ostilità e al razzismo), l’hate speech, l’esposizione a contenuti pornografici e il sexting.
Il cyber bullismo si conferma come il rischio che fa più soffrire (tre quarti delle vittime ne è rimasta molto o abbastanza turbata). Il 31% dei ragazzi di 11-17 anni ha visto online messaggi di intolleranza o commenti offensivi (hate speech) contro un individuo o un gruppo, attaccati per il colore della pelle, per la nazionalità, la religione. A seguito della visione di questi contenuti i sentimenti più comuni tra i ragazzi sono tristezza, disprezzo, rabbia e vergogna. Tuttavia di fronte a questi messaggi, il 58% dei giovani afferma di non aver fatto nulla. Per quanto riguarda l’esposizione a contenuti user generated negativi, ad averne fatto esperienza è il 51% dei ragazzi di 11-17 anni. I giovani intervistati hanno visto immagini violente o cruente (come persone che fanno del male a altre persone o a animali) (36%); siti o discussioni che promuovono il razzismo e la discriminazione di certi gruppi perché hanno un colore della pelle diverso o una diversa nazionalità, religione, o orientamento sessuale (33%); siti dove si discute di auto-lesionismo (22%) o di anoressia e bulimia (21%).
“La tecnologia deve essere un’alleata dell’apprendimento e della crescita dei nostri giovani – spiega il Ministro Marco Bussetti – Come Miur siamo impegnati in prima linea per educare gli studenti a un uso consapevole e corretto di Internet e dei nuovi dispositivi tecnologici. Si tratta di componenti della loro quotidianità, devono imparare a riconoscere opportunità e pericoli, diritti e doveri legati al loro utilizzo. Abbiamo messo in campo iniziative e campagne informative rivolte ai ragazzi, ai docenti e anche alle famiglie che devono essere alleate della scuola. Dobbiamo guidarli in questo percorso di conoscenza. Solo così possiamo prevenire fenomeni come il cyberbullismo e costruire società giuste, dentro e fuori la Rete”.