Le bellezze della Penisola hanno registrato un record di visitatori nel 2017, con 119 milioni di ingressi (+7,7% rispetto al 2015), di cui 67,1 milioni paganti. “Oltre la metà del pubblico (53,8%) si è concentrato nei musei di tre sole regioni: Lazio (25,4%), Toscana (18,2%) e Campania (10,2%)”. Lo rileva il rapporto Istat ‘I musei, le aree archeologiche e i monumenti in Italia’, dettagliata fotografia del patrimonio artistico-culturale del Paese, dalla quale si evince che è aumentato soprattutto il numero di coloro che visitano le aree archeologiche: in particolare sono stati 57.8 milioni i visitatori di musei, 15.5 milioni per le aree archeologiche e 45.8 milioni per i monumenti. Il flusso medio di visitatori – secondo l’Istat – è quantificabile in circa 27 mila ingressi per ciascun istituto, ma le differenze territoriali sono notevoli. I valori medi più alti sono raggiunti da Lazio (oltre 87 mila ingressi per istituto), Campania (più di 63 mila) e Toscana (oltre 44 mila); gli istituti di Abruzzo, Molise e Marche non superano la soglia media di 6 mila visitatori nell’anno.
Le regioni con il maggior numero d’istituzioni museali sono Toscana (528), Emilia-Romagna (482), Lombardia (409), Piemonte (398) e Lazio (364). Nel Mezzogiorno si concentra invece oltre la metà delle aree archeologiche (50,8%), il 30,7% si trova in Sicilia e Sardegna. Quasi due musei su tre (il 64,7%, presenti soprattutto nelle regioni del Nord) hanno organizzato attività educative e didattiche. Oltre uno su tre (36%) ha realizzato attività di ricerca nel corso dell’anno. Un Comune italiano su tre (29,8%), inoltre, ospita almeno un museo o un istituto similare, anche se in alcune regioni sono diffusi in modo ancora più capillare. In Valle d’Aosta, per esempio, la quota di Comuni dotati di almeno una struttura di raccolta e di esposizione al pubblico sale al 64,9%, in Toscana arriva al 66,8% e in Umbria al 67,4%. In altre regioni, invece, gli istituti si concentrano prevalentemente in pochi Comuni: in Lombardia il patrimonio si addensa nel 15,5% dei Comuni, in Piemonte nel 20,5%, in Campania nel 21,1%, in Molise nel 21,3% e in Basilicata nel 21,4%. Aderiscono a organizzazioni in rete oltre la metà dei musei e istituti “similari di Toscana, Umbria, Lazio, Emilia-Romagna e meno di un terzo di quelli situati in Valle d’Aosta, Calabria e Abruzzo”.