Dei circa 47 miliardi di mensilità aggiuntiva che in questo mese saranno erogati a 33,7 milioni di persone l’erario, attraverso le ritenute Irpef, ne preleverà 11 e alla fine in tasca ai beneficiari ne rimarranno 36. A fare i conti è la Cgia di Mestre. Una parte dell’entrata extra verrà spesa per il saldo dell’Imu-Tasi sulla seconda abitazione e per la Tari (tributo per l’asporto e lo smaltimento dei rifiuti), ma vi sarà anche una parte per rilanciare almeno un poco i consumi.
“Negli ultimi 10 anni – ha detto il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo – gli acquisti natalizi sono crollati di circa il 50 per cento, con una spesa complessiva che l’anno scorso si è attestata attorno ai 10 miliardi di euro. Questa contrazione ha penalizzato soprattutto i negozi di vicinato, mentre gli outlet e la grande distribuzione organizzata sono riusciti ad ammortizzare il colpo. Speriamo che anche grazie alle tredicesime, in questo ultimo mese dell’anno si torni a spendere intelligentemente, ridando così fiato alla domanda interna che in Italia rimane ancora troppo debole”.
“Le incertezze sulle prospettive economiche e i segnali di rallentamento del mercato del lavoro – sottolinea una nota di Confcommercio – stanno determinando, ormai da mesi, comportamenti molto prudenti in materia di scelte di consumo. Nella media dei primi dieci mesi dell’anno il valore delle vendite è, infatti, sostanzialmente invariato rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo del 2017 e, pertanto, tenendo conto della variazione dei prezzi, la spesa reale mostrerebbe una dinamica negativa. Nel complesso, al di là delle oscillazioni mensili, il fragile profilo dei consumi colpisce tutte le formule e i formati distributivi, salvo i discount e il commercio elettronico. La situazione peggiore si riscontra per le piccole imprese, in particolare nell’area del non alimentare”.