Oltre 70 progetti finanziati sul tema della legalità e per osservatori sulla criminalità organizzata, oltre 2 milioni di euro investiti da inizio legislatura e 16 beni confiscati già in fase di riutilizzo sociale. Questo il bilancio di due anni di Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili, presentato nella Commissione Cultura presieduta da Giuseppe Paruolo. “Per la prima volta abbiamo un documento unico che mette in condivisione tutte le attività sviluppate dalla Regione per promuovere la legalità”, ha spiegato per la Giunta Gian Guido Nobili esponendo i risultati della clausola valutativa. Il Piano 2017-2018 ha messo in campo risorse per eventi culturali e di sensibilizzazione sul tema (sono 72 i progetti e 35 gli accordi siglati con amministrazioni, province ed enti pubblici), ma anche per la costituzione di osservatori locali per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose sul territorio. Sono stati istituiti osservatori nella provincia di Rimini, nella Città Metropolitana di Bologna, nelle amministrazioni comunali di Forlì e Parma, nelle Unioni Terre d’Argine (Modena) e Tresinaro Secchia (Reggio Emilia).
I beni confiscati in Emilia-Romagna sono 119, dei quali 77 ancora in gestione all’Agenzia nazionale e 16 in fase di effettivo riutilizzo. I beni destinati e consegnati sono oggetto di accordi di programma e di misure di sostegno da parte della Regione, che incentiva la destinazione a realtà di inclusione sociale di persone in condizione di fragilità: due beni confiscati ospitano case di accoglienza per donne e bambini vittime di violenza, altri sono diventati spazi pubblici aperti a giovani o anziani. Sul versante delle imprese si è puntato alla valorizzazione del rating di legalità (strumento che premia le imprese “etiche” nell’accesso a finanziamenti pubblici e credito) e alla promozione della Carta dei principi di responsabilità sociale d’impresa, che indica i requisiti obbligatori per partecipare ai bandi regionali.
“Constatiamo una crescente partecipazione delle imprese agli elenchi di merito per il settore dell’edilizia- ha sottolineato il tecnico di Giunta- e abbiamo raggiunto il numero di 1.400 iscritti”. Per quanto riguarda il tema dell’anticorruzione è stato promosso l’avvio di una rete di integrità e trasparenza: un network tra i responsabili anticorruzione e trasparenza degli enti pubblici per azione coordinata di contrasto (ne fanno parte quasi 160 enti, a partire da Comuni e Province). Segnalati anche due importanti protocolli interistituzionali per la legalità: quello con il Tribunale di Bologna per il riutilizzo dei beni (fin dalla fase del sequestro) e quello con il Ministero dell’Interno e le Prefetture per attuare verifiche più tempestive sulle imprese nell’edilizia privata e pubblica.