In Italia, si scrive “casa” e si legge “emergenza”. Un’emergenza che non trova risposte adeguate anche a causa dell’eclissi dell’intervento pubblico. E’ quanto emerge dal 52esimo Rapporto Censis. Secondo lo studio, cresce il disagio abitativo proprio per l’estrema debolezza del sostegno pubblico. In particolare, il Rapporto definisce “troppo esiguo, obsoleto e in costante riduzione il patrimonio di edilizia sociale pubblica, che su tutto il territorio nazionale è oggi ridotto a meno di 1 milione di alloggi (contro gli oltre 5 milioni della Francia). Non solo, la realizzazione di nuovi alloggi sociali è ridotta ai minimi termini (appena 4-5.000 unità all’anno), ma soprattutto anni di vendite del patrimonio (poco meno di 200.000 le abitazioni vendute dal 1993 a oggi) hanno ridotto drasticamente il già contenuto stock di case popolari disponibili. Nel frattempo, è cresciuta una domanda inevasa che si è fatta enorme: almeno 650.000 famiglie in graduatoria per un alloggio pubblico”.