Dall’abbassamento delle temperature d’estate, all’assorbimento di CO2, le foreste urbane e periurbane giocheranno nei prossimi anni un ruolo sempre maggiore nella lotta ai cambiamenti climatici. Lo sostiene la Fao nel suo ultimo documento sulle linee guida della selva urbana, che mette in evidenza l’importanza del mantenimento e dell’ampliamento delle aree verdi in città.
Dal 2008 più della metà della popolazione mondiale vive in aree urbane, zone che rappresentano solo il 2% della superficie terrestre ma che consumano circa il 75% delle risorse naturali. Il processo di migrazione dalle campagne alle città non accenna a fermarsi e di questo passo porterà il 70% della popolazione mondiale entro il 2050 a vivere in agglomerati urbani.
Tutte le città hanno una struttura simile: c’è una zona grigia rappresentata dalle infrastrutture, costruzioni, abitazioni e parcheggi, c’è poi una zona blu, ovvero fiumi, laghi e stagni, e infine una zona verde che comprende alberi, arbusti, parchi, boschi e giardini. Ottimizzare le interazioni tra questi elementi è la chiave per rimodellare o costruire città capaci di rispondere alle nuove sfide.
Sarà l’Italia, con la città di Mantova, ad ospitare il primo forum mondiale dedicato alle foreste urbane. L’appuntamento, promosso dalla Fao, si terrà dal 28 novembre al primo dicembre e ha l’obiettivo di mettere a confronto esperienze internazionali nel campo della forestazione urbana.
Sono oltre 400 gli esperti attesi all’evento, tra rappresentati di governi, amministratori locali, accademici e ricercatori, da oltre 50 Paesi del mondo. “Alla Fao siamo convinti che le foreste e gli alberi abbiano il potere di trasformare le città in luoghi più verdi, quindi più sani e felici in cui vivere”, ha spiegato la direttrice della Divisione Politiche per le risorse forestali della Fao, Eva Müller, aprendo la conferenza stampa di presentazione dell’evento a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano.
I dati dicono che entro il 2050 circa 6 miliardi di persone popoleranno le aree metropolitane del mondo, e le città dovranno quindi fronteggiare attraverso modelli sostenibili l’inquinamento, la povertà, il degrado causati dall’aumento della popolazione cittadina. In questi giorni, anche a causa dei disastri causati dal maltempo, “si parla molto di cambiamento climatico – ha sottolineato il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi -, sono convito che le città devono diventare protagoniste nel governare questo fenomeno. Mi piacerebbe che da questo forum uscisse un invito all’Unione europea a creare una sessione permanente su questo tema coinvolgendo proprio le città”. Mantova anche nel 2018 è stata eletta da Legambiente, per il secondo anno consecutivo, come la città più verde d’Italia.
Milano si è invece data l’obiettivo di piantare 3 milioni di nuovi alberi entro il 2030: “il verde non va considerato altro rispetto al costruito – ha spiegato l’assessore a Verde e Urbanistica, Pierfrancesco Maran -, in città stiamo cercando di incrementarlo ma è una voce di spesa importante e serve l’aiuto di tutti”. Milano, come tante città del mondo, pensa a un modello in cui il verde non sia solo nei parchi o nei nuovi alberi piantati ma anche sui tetti delle case, un elemento che riqualifica aree dismesse.