Va in scena il “controllo di vicinato” nell’area metropolitana di Firenze. Con l’obiettivo di valorizzare la collaborazione tra istituzioni e cittadini allo scopo di innalzare gli standard di sicurezza della comunità in ambito urbano, è stato firmato a Palazzo Medici Riccardi dal Prefetto Laura Lega e da ventisei Sindaci il protocollo d’intesa che vara il relativo progetto di durata triennale. Erano presenti i vertici provinciali delle Forze dell’Ordine. Di che si tratta concretamente? Sgombrando il campo da ogni equivoco o fraintendimento, Dario Nardella – Primo cittadino di Firenze – ha dichiarato: “Le ronde non c’entrano niente”. Ha chiarito ulteriormente il senso dell’iniziativa il Prefetto lega: “Nel corso degli anni la sicurezza è diventata un patrimonio da condividere sempre più fra tutti in un’ottica partecipata all’interno della quale anche i cittadini possono svolgere una parte attiva. Questo non significa, lo voglio sottolineare con chiarezza, che le persone possano sostituirsi alle forze di polizia, ma è comunque importante che ogni cittadino possa contribuire a una vivibilità maggiore nella propria comunità, con un’attività di osservazione e di segnalazione. Il controllo di vicinato significa creare una rete civica, fare attenzione all’altro anche in una chiave di solidarietà, recuperare la voglia di essere parte di una comunità”.
Come funzionerà in pratica questa collaborazione fra cittadini e istituzione sul piano della sicurezza? Si tratterà di attività di mera osservazione, che potrà essere svolta da gruppi di persone su fatti e circostanze che accadano nella propria zona di residenza, come situazioni di degrado urbano, atti vandalici, veicoli e persone sospette, gravi fenomeni di bullismo, indebiti utilizzi di spazi pubblici. Ogni gruppo avrà un coordinatore, cui giungeranno le varie segnalazioni, con il compito di riferirle tempestivamente agli organi di polizia locali che valuteranno i fatti e decideranno il da farsi. In ogni caso, “è severamente vietata qualsiasi iniziativa personale e qualunque forma individuale e collettiva di pattugliamento del territorio”, sottolinea a chiare lette il protocollo. In altre parole, l’accordo definisce un modello organizzativo, denominato appunto “controllo di vicinato”, che intende promuovere una cittadinanza attiva attraverso progetti territoriali finalizzati al miglioramento della sicurezza urbana integrata. Progetti che, peraltro, dovranno essere approvati dalle Amministrazioni comunali, le quali s’impegneranno poi a divulgarli nei rispettivi territori promuovendo assemblee pubbliche, anche con la partecipazione della polizia municipale, per informare i cittadini delle aree interessate dalla sperimentazione dell’iniziativa. Inoltre, Il “controllo di vicinato”, che sul territorio verrà segnalato da un’apposita cartellonistica stradale, potrà essere integrato con i sistemi di videosorveglianza adottati da Comuni. L’andamento delle attività di controllo sarà sottoposto a verifica semestrale, con particolare attenzione ai risultati raggiunti.