Sono stati firmati l’11 ottobre dal Capo del Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, i decreti e gli ordini di pagamento per destinare alle Regioni 70 milioni e 500 mila rivolti alla messa in sicurezza dei territori. A darne notizia è la stessa Protezione civile precisando che quella appena erogata è l’ultima annualità dei fondi previsti dal piano settennale di prevenzione sismica in attuazione dell’art. 11 del decreto legge n.39 del 28 aprile 2009.
“La ripartizione dei fondi tra le Regioni – si legge nella nota – segue un criterio di necessità sulla base dell’indice medio di rischio sismico dei territori, a partire dai parametri di pericolosità e rischio sismico determinati dal Dipartimento della Protezione civile e dai Centri di competenza. Una volta ricevuti i contributi, le Regioni – che gestiranno i fondi – dovranno definire il quadro dei fabbisogni e i programmi di attività per la realizzazione degli interventi di prevenzione e riduzione del rischio sismico, in accordo e su indicazione dei Comuni e delle Province interessati, che saranno quindi trasmessi al Dipartimento”.
“Le azioni di intervento – conclude la nota – prevedono studi di microzonazione, analisi della condizione limite per l’emergenza, nonchè interventi sugli edifici di miglioramento o adeguamento sismico o demolizione e ricostruzione, così da assicurare un complesso di attività di prevenzione non strutturale e strutturale per la tutela della popolazione e la salvaguardia dei beni”.
Stando ai dati dell’ultimo censimento sul patrimonio immobiliare italiano, la realtà costruita si compone di oltre 29 milioni di abitazioni per 60 milioni di residenti. Di questi edifici, circa 10 milioni sono costruiti nelle zone sismiche più a rischio: 1,4 milioni sono ubicati nella zona 1 e circa 9 milioni in zona 2. Sono invece 8,5 milioni le abitazioni collocate in zona 3 e 9,4 milioni, infine, in zona 4. In virtù di questa e di altre rilevazioni, le abitazioni residenziali italiane si presentano bisognose di vari interventi