L’Anci ha fornito una cauta stima della spesa da sostenere per la messa in sicurezza delle infrastrutture sulla base delle informazioni trasmesse ai provveditorati regionali per le opere pubbliche dopo il crollo del Ponte Morandi.
Infatti, per impedire nuove tragedie come quella che ha colpito Genova servono, almeno, 5 miliardi di euro.
La previsione fornita dall’Anci è stata resa nota in Commissione Trasporti nel corso dell’audizione sul decreto di intervento dopo il disastro del Ponte Morandi.
Il documento ha preso in considerazione i dati che il Ministero delle Infrastrutture aveva chiesto con urgenza dopo l’accaduto. Tutti i Comuni, infatti, entro il 30 agosto scorso, dovevano “stimare le priorità e preventivare la spesa per gli interventi sulle infrastrutture di competenza”e trasmetterle ai provveditorati regionali.
Un compito arduo che i comuni hanno cercato per quanto possibile di rispettare.
Quanto comunicato al Ministero mostra un quadro preoccupante. Lungo tutto il territorio l’elenco delle infrastrutture a rischio sarebbe lunghissimo e con esso anche le risorse necessarie per la messa in sicurezza. I primi dati arrivati ai provveditorati da alcune Regioni parlano di interventi molto consistenti: 769 milioni per il Piemonte, 420 milioni per la Lombardia, 600 milioni per l’Emilia Romagna, 27 milioni per il Molise, circa 90 milioni per Marche, 140 milioni per il Veneto e 170 per la Toscana solo per citare alcune delle regioni di cui è stato possibile conoscere i dati. Numeri che nel complesso portano come detto a 5 miliardi il bilancio complessivo.