La gestione dei rifiuti è forse la principale “bestia nera” che gli enti locali devono affrontare nell’azione di governo del territorio, a causa dei molteplici aspetti e ricadute economico-sociali e ambientali che essa implica. Numerosi sono, tuttavia, i Comuni che sono stati in grado di implementare best practice di successo dando vita a esperienze di eccellenza in questo settore. Esiste, ad esempio, un elenco di Comuni che hanno adottato la “strategia rifiuti zero”, da considerarsi all’avanguardia all’interno del sistema degli enti locali, veri e propri laboratori di buone prassi da estendere ad altre realtà urbane. Ne fanno parte ben 276 Comuni. E Forlì è entrata recentemente proprio in questa elite nazionale della sostenibilità ecologica. Grazie a questa new entry, che conta 118mila abitanti, sono ormai 6.243.641 i cittadini-utenti che perseguono con coscienza e civismo l’obiettivo della prevenzione e della riduzione dei rifiuti urbani.
In concreto, il Comune di Forlì, dal 2009 ha affiancato la battaglia dei cittadini e delle associazioni contro l’inceneritore, sia promuovendo accordi regionali per limitarne l’uso, sia cercando di promuovere una raccolta differenziata domiciliare, porta a porta, sul proprio territorio al fine di ridurre le quantità di rifiuti indifferenziati non riciclabili da smaltire. L’atto decisivo e propedeutico a un nuovo corso è stato quello di abbandonare il precedente gestore della raccolta integrata dei rifiuti, che ha sempre posto limitazioni e ostacoli all’introduzione e all’estensione della raccolta “porta a porta” per potersi garantire il pieno utilizzo dell’inceneritore. Successivamente, lo stesso Comune si è fatto portavoce e promotore nei confronti dei Comuni dell’Unione per la creazione di una propria società interamente pubblica e quindi senza interessi finanziari speculativi, così da eliminare il conflitto di interesse fra la fase di raccolta e quella dello smaltimento dell’incenerimento dei rifiuti. Il piano che la nuova società in-house, Alea ambiente, sta attuando in questi mesi è stato giudicato il migliore possibile per attuare la “strategia rifiuti zero”. Un piano che ha le potenzialità e la capacità di ridurre in poco tempo i rifiuti da smaltire dagli attuali 300 circa chilogrammi ad abitante annui a circa 50, una riduzione di scarti non riciclabili che è la premessa per un superamento della pratica di smaltimento tramite combustione e per la definitiva chiusura dell’inceneritore. Con questa scelta Forlì si pone come punto di riferimento per tutti gli altri Comuni della regione per lo sviluppo di “buone pratiche” verso una società sostenibile basata sull’economia circolare, riducendo la produzione complessiva di rifiuti, inviando a riciclaggio quelli prodotti, abbassando a pochi kg a testa quelli da smaltire”. Forlì si aggiunge così ai Comuni di Parma, Colorno, Monte S. Pietro, Sasso Marconi, Castello D’Argile, Anzola, Soliera, Nonantola, Sogliano sul Panaro e Cento: gli 11 Comuni Rifiuti Zero dell’Emilia Romagna.