Il Ministero dell’Ambiente riesaminerà i valori limite per lo scarico dell’acido perfluoroottansolfonico (PFAS) e per altre sostanze chimiche altamente inquinanti. A tal fine il ministro Sergio Costa ha convocato per la prossima settimana un tavolo tecnico urgente a cui parteciperanno gli Istituti scientifici e di ricerca competenti in materia (CNR IRSA, ISS e ISPRA). Il gruppo di lavoro tecnico dovrà esaminare le linee guida per la definizione di valori limite allo scarico dei composti sintetici.
“Non possiamo permetterci di ignorare che siamo di fronte a una contaminazione delle falde da PFAS che solo in Veneto interessa almeno 300.000 persone ed è nostra responsabilità intervenire nel rispetto dei ruoli per assicurare la tutela ambientale. Siamo di fronte a un’emergenza che va affrontata con tutti gli strumenti a nostra disposizione, tra cui il tavolo esteso a tutte le Regioni, le quali hanno competenza sui valori limite di queste sostanze negli scarichi – ha detto il titolare dell’Ambiente -. Le conoscenze scientifiche su queste sostanze sono sempre più solide e questo ci richiama alla necessità di una valutazione più approfondita sui valori limite da adottare e sulla possibile inclusione di nuove sostanze del gruppo dei PFAS”.
La presenza di sostanze perfluoroalchiliche interessa l’intero territorio nazionale tanto che le Agenzie regionali protezione Ambiente di Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Friuli, Liguria, Sicilia e Umbria stanno effettuando monitoraggi attenti sui PFAS, i cui risultati attesi per la fine del 2018 consentiranno di valutare l’estensione del fenomeno e stabilire l’adozione di misure per la salvaguardia ambientale. Al Gruppo di lavoro partecipano dal 2016 tutte le Regioni e le rispettive Agenzie ambientali, a cominciare dalla Regione Veneto e da ARPAV, il cui territorio è purtroppo particolarmente coinvolto nella problematica in questione, nonchè le Autorità di distretto. Lo scorso mese l’ARPAV ha segnalato la presenza nelle falde del GenX, una sostanza del gruppo dei PFAS che, da alcuni anni, viene utilizzata in processi industriali di sintesi di composti fluorurati al posto del più noto PFOA.
I PFAS sono composti che negli ultimi decenni si sono diffusi in tutto il mondo, utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all’acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa.
Conseguentemente alla massiccia produzione/utilizzo dei PFAS ne sono stati rilevate concentrazioni significative nell’ambiente e negli organismi viventi. Nel 2006 l’Unione europea ha introdotto restrizioni all’uso del PFOS, una delle molecole più diffuse tra i PFAS, da applicarsi a cura degli Stati membri. Per le acque potabili non sono ancora definiti e non esistono limiti di concentrazione nella normativa nazionale ed europea; la Regione del Veneto ha recepito le indicazioni del Ministero della Salute sui livelli di performance da raggiungere nelle aree interessate da inquinamento da composti fluorurati.