L’interferenza umana con il sistema climatico è in atto da tempo ponendo seri rischi per i sistemi umani e naturali. Nubifragi, siccità, ondate di calore si fanno sempre più intensi anno dopo anno. Nel nostro Paese sono circa 200 i Comuni dove, dal 2010 ad oggi, si sono verificati impatti rilevanti con 340 fenomeni meteorologici straordinari, 64 i giorni di blackout elettrici dovuti al maltempo e altrettanti i giorni di stop a metropolitane e treni urbani nelle principali città italiane: 23 giorni a Roma, 15 giorni a Milano, 11 a Genova, 9 a Napoli, 5 a Torino e una a Brescia.
Tornando poi in particolare alle ondate di calore, Legambiente ricorda che tra il 2005 e il 2016, in 23 città italiane, le canicole hanno causato 23.880 morti. L’associazione ambientalista, che ha promosso un osservatorio sugli effetti dei cambiamenti climatici nelle aree urbane, ha presentato rilevazioni e dati a metà giugno all’interno del dossier “Le città alla sfida del clima”. L’analisi sulle ondate di calore, realizzata dal Dipartimento di Epidemiologia Ssr del Lazio (nell’ambito del programma nazionale di prevenzione, coordinati dal Dipartimento di epidemiologia del servizio sanitario regionale del Lazio), dimostra l’importanza delle politiche di adattamento, perché l’esatta conoscenza delle zone urbane a maggior rischio sia rispetto alle piogge che alle ondate di calore è fondamentale per salvare vite umane e limitare i danni.
“Se vogliamo ridurre i pericoli per le persone e prevenire anche le ondate di calore – ha detto il vicepresidente nazionale di Legambiente, Edoardo Zanchini – servono nuove politiche per le città, risorse e un coordinamento nazionale per aiutare i Sindaci di fronte a fenomeni di una portata senza precedenti. Come si sta facendo negli altri Paesi e nelle altre città europee, bisogna accelerare negli interventi che permettono di ridurre l’impatto del calore nei periodi estivi e delle alluvioni negli spazi urbani, oggi estremamente vulnerabili, e dove vive la maggioranza della popolazione. Al Governo chiediamo di approvare quanto prima il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici e di mettere al centro gli interventi che riguardano le città, anche con un regolamento che finalmente fermi l’impermeabilizzazione dei suoli, che è una delle cause del calore nei periodi estivi, e che preveda interventi di recupero dell’acqua, salvaguardia degli spazi verdi, di utilizzo di alberature, acqua e pavimentazioni che riducono l’effetto del caldo nei quartieri e quindi sulle persone”.