Il territorio della Penisola è soggetto a un rischio idrogeologico severo. Lo dimostrano i dati contenuti nel rapporto Ispra, presentato alla Camera: il 91% dei Comuni e oltre 3 milioni di famiglie si trovano in zone “ad alta vulnerabilità”. “Complessivamente, sono oltre 7 milioni le persone che risiedono nei territori vulnerabili – recita la seconda edizione del rapporto e aggiunge – Nove Regioni comprendono il 100% dei propri Comuni a rischio idrogeologico (Valle D’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria). E, aspetto ancor più grave, sono minacciati da frane e alluvioni quasi 80mila beni culturali e monumentali.
Grazie agli studi più accurati realizzati dalle Autorità di Bacino Distrettuali, emerge anche che il 16,6% del territorio nazionale è mappato nelle classi a maggiore pericolosità per frane e alluvioni (50 mila km2). Quasi il 4% degli edifici italiani (oltre 550 mila) è collocato in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata e più del 9% (oltre 1 milione) in zone alluvionabili nello scenario medio. Inoltre, “aumenta la superficie potenzialmente soggetta a frane (+2,9% rispetto al 2015) e quella potenzialmente allagabile nello scenario medio (+4%). Ma le cifre dell’allarme ambientale non si fermano qui. Il rapporto ne snocciola altre particolarmente inquietanti: le industrie e i servizi posizionati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono quasi 83 mila, con oltre 217 mila addetti esposti. Il numero maggiore di edifici a rischio si trova in Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio. Al pericolo inondazione, sempre nello scenario medio, si trovano invece esposte ben 600mila unità locali d’impresa (12,4% del totale) con oltre 2 milioni di addetti, in particolare nelle regioni Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria, dove il rischio è maggiore.
Quante risorse occorrerebbero per mettere in sicurezza il territorio nazionale o, perlomeno, per attenuare/ridurre il rischio complessivo? E’ una domanda difficile ma urgente che consegnamo all’attenzione del Governo.