I depositi di stoccaggio dei rifiuti diventano siti sensibili. La richiesta è partita dal Ministro dell’ambiente, Sergio Costa, ed è stata accolta dal titolare dell’Interno, Matteo Salvini. A tale proposito è stata inviata una circolare a tutte le Prefetture affinché i siti vengano inseriti nei Piani coordinati di controllo del territorio, coordinati dai prefetti e gestiti dalle forze di polizia. Azioni che consentiranno maggiori e costanti controlli.
“Considerare i siti di stoccaggio come siti sensibili – ha detto Costa – significa avere un’ulteriore garanzia preventiva per il cittadino e per l’imprenditore che può subire un eventuale danno, come nel caso degli incendi, purtroppo frequenti negli ultimi tempi, ai depositi di ecoballe: solo negli ultimi due anni ce ne sono stati circa trecento”.
Lo stoccaggio rappresenta una fase del processo di gestione dei rifiuti che consiste nel deposito degli scarti in determinati siti autorizzati in attesa della sua destinazione finale.
Secondo il tenore della norma vigente, lo stoccaggio si definisce deposito preliminare o messa in riserva in base alla diversa destinazione del rifiuto stesso che può andare verso lo smaltimento o verso il recupero. In oltre vent’anni, il decreto Ronchi ha cambiato i modelli di gestione dei rifiuti, recependo e coordinando tre direttive europee (sui rifiuti, sui rifiuti pericolosi e sugli imballaggi) e ha anticipato gli indirizzi europei sulla gerarchia nella gestione dei rifiuti, attraverso l’assegnazione di una chiara priorità al riciclo rispetto allo smaltimento in discarica e all’incenerimento. Ad oggi si può dire che la riforma ha favorito il decollo dell’industria verde del riciclo dei rifiuti e che il sistema da essa posto in essere contribuirà, nel tempo, al raggiungimento dei nuovi e più impegnativi target europei di riciclo, proposti dalla Commissione europea nel Pacchetto sull’economia circolare.
Il Pacchetto stabilisce due obiettivi comuni per l’Unione europea. Il primo è il riciclo di almeno il 55% dei rifiuti urbani entro il 2025, una quota destinata a salire al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035. Il secondo obiettivo è il riciclo del 65% dei rifiuti di imballaggi entro il 2025 (70% entro il 2030) con obiettivi diversificati per materiale. Le nuove regole riguardano anche i siti di stoccaggio e prevedono un obiettivo vincolante di riduzione dello smaltimento. Entro il 2035 al massimo il 10% del totale dei rifiuti urbani potrà essere smaltito in discarica.