Gli arrivi via mare di migranti hanno raggiunto il culmine nel 2015, quando oltre un milione di persone ha attraversato il Mediterraneo per arrivare in Europa e quasi 5.000 di esse hanno perso la vita. Colpite dal susseguirsi del dramma umano in corso nel Mediterraneo, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e l’Agenzia delle Nazioni Unite per le migrazioni (Oim) si rivolgono ai Paesi dell’Unione europea affinché venga attuata una strategia regionale coordinata per ridurre la perdita di vite umane in mare.
Le due Agenzie ritengono necessario un nuovo approccio collaborativo per rendere più prevedibile e gestibile lo sbarco delle persone soccorse in mare. Una strategia fondata sulla cooperazione già in atto tra Ue, Onu e Unione Africana. Le persone soccorse in acque internazionali dovrebbero essere rapidamente portate a terra in luoghi sicuri in Europa e potenzialmente anche altrove. Per le Agenzie umanitarie sarebbe inoltre necessario un maggior numero di posti per il reinsediamento, ricongiungimento familiare all’interno dell’Ue e da un maggiore sostegno ai Paesi di sbarco.
“Negli ultimi dieci giorni navi che trasportavano rifugiati e altri migranti soccorsi nel Mar Mediterraneo non hanno potuto attraccare a causa del blocco politico in Europa. Sostenere il diritto di asilo negli Stati membri dell’Ue è assolutamente cruciale – ha dichiarato l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi -. Negare il salvataggio o trasferire la responsabilità dell’asilo altrove è assolutamente inaccettabile. Abbiamo bisogno che i Paesi si uniscano per tracciare una nuova strada da seguire”.
“La nostra priorità è salvare le vite di tutti coloro che sono stati vittime di trafficanti che cinicamente mandano uomini, donne e bambini in alto mare su imbarcazioni precarie in condizioni di altissimo rischio – ha detto il Direttore generale dell’Oim, William Lacy Swing -. Finora quest’anno quasi 1.000 persone hanno perso la vita a causa di questo crudele calcolo in cui il contrabbandiere vince sempre”.
Gli arrivi via mare di rifugiati e migranti hanno raggiunto il culmine nel 2015, quando oltre un milione di persone disperate hanno attraversato il Mediterraneo per arrivare in Europa e quasi 5.000 hanno perso la vita. Tre anni dopo, gli arrivi sono tornati ai livelli pre-2014 e stanno scendendo verso le medie storiche di lungo periodo. Fino ad ora, quest’anno, 42.000 persone circa hanno attraversato il Mediterraneo verso l’Europa, rispetto agli 85.000 dello stesso periodo dell’anno scorso. Oim e Unhcr esortano gli Stati europei a cogliere l’opportunità offerta dal vertice Ue di domani per trovare un approccio nuovo e congiunto sulla situazione degli arrivi nel Mediterraneo, che risponda alle esigenze condivise di tutti i Paesi di essere in grado di gestire i loro confini e le politiche migratorie e allo stesso tempo di sostenere gli standard internazionali in materia di asilo sviluppati nel corso di decenni. Il sostegno europeo, la solidarietà e la collaborazione con gli Stati che ospitano rifugiati nelle regioni in via di sviluppo, così come nei Paesi di transito, è diventato più critico che mai.