Il Reddito di inclusione elimina i requisiti familiari. Si allarga dunque questo aiuto destinato a contrastare la povertà e l’esclusione sociale. Introdotta dal decreto legislativo 15 settembre 2017 n. 147, emanato in attuazione della legge-delega 15 marzo 2017, il Reddito di Inclusione è formato sia da un beneficio economico erogato mensilmente attraverso la cosiddetta Carta Rei che da un progetto personalizzato di attivazione e inclusione sociale e lavorativa.
Si allarga, dunque, la platea potenziale del Rei, il reddito di inclusione sociale introdotto dal precedente governo. Da oggi, come previsto dalla legge di Bilancio, non sarà più necessario avere in famiglia almeno un minore, un disabile, una donna in stato di gravidanza o un disoccupato over 55 per ottenere il sussidio. Fino a giugno la platea potenziale era di circa 500.000 famiglie per 1,8 milioni di persone. Ora passa a 700.000 nuclei per 2,5 milioni di persone. Il beneficio economico va da un massimo di 187,5 euro per una persona sola a 539,8 euro per famiglie con almeno sei componenti.
Tra i requisiti c’è un Isee non superiore a 6.000 euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro. Il Rei è compatibile con un’attività lavorativa (fermi restando i requisiti economici) ma non con la Naspi. Le domande si potevano inviare all’Inps, già da giugno. Saranno riconsiderate anche le istanze già respinte per mancanza dei vecchi requisiti familiari richiesti.