Amazon è una luminosa star che brilla nel cielo di Wall Street. Non a caso, ha raggiunto per la prima volta gli 800 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato, unendosi ad Apple come altra unica company ad aver superato tale livello. Ad Amazon sono bastate 85 sedute in Borsa per conquistare questo straordinario traguardo dopo aver superato i 700 miliardi in gennaio.
Ma non tutto oro è quello che luccica. C’è anche un piccolo grande evento che potrebbe segnare una svolta nel regime fiscale estremamente favorevole che sta magnificando le multinazionali a stelle e strisce. Il consiglio comunale di Seattle ha approvato la cosiddetta ‘Amazon tax’, ovvero l’imposta sulle grandi aziende per aiutare i senzatetto. Un voto unanime, nove a zero, con il quale il provvedimento passa ora al vaglio del Sindaco Jenny Durkan, che non sarebbe dello stesso avviso. Infatti, ha espresso perplessità sulla misura e si è riservata il diritto di veto.
L’Amazon tax prevede un’imposta di 275 dollari l’anno per ogni dipendente di un’azienda che realizza almeno 20 milioni di ricavi annuali. La tassa sulle multinazionali punta a raccogliere 50 milioni di dollari l’anno per far fronte all’emergenza homeless. Welfare contro profitto, dunque. Forse una new wave sta arrivando! Amazon, però, non demorde. Si dice ”delusa” dal via libera del Consiglio comunale. Jeff Bezos in una nota si definisce ”preoccupato per il futuro creato dall’approccio ostile e dalla retorica del Consiglio comunale, che ci costringe a porci domande sulla nostra futura crescita” nella città. Il vice presidente Drew Herdener, rispondendo agli amministratori di Seattle, fa notare come la crescita delle entrate della città abbia superato quella della popolazione: ”La città non ha un problema di entrate, il problema è l’efficienza della spesa”.
Chissà che, ancora una volta, le tendenze Usa, non solo quelle discutibili, possano varcare l’oceano contagiando i Governi nostrani.