I sindacati hanno bocciato la proposta fatta dal Governo sulla vertenza Ilva. Ad annunciarlo i segretari generali di Fim, Uilm e Fiom uscendo dal tavolo. Per dare impulso al negoziato il Governo ha proposto uno schema di accordo tra le parti che assicuri occupazione a tempo indeterminato per tutti i lavoratori attualmente in Amministrazione straordinaria alle condizioni economiche e normative attuali. Oltre a questo l’Amministrazione straordinaria si è resa disponibile a mettere in campo un piano di incentivi all’esodo fino a 200 milioni di euro. Allo stesso tempo il Governo, il Comune di Taranto e Arcelor Mittal hanno definito il testo di un protocollo d’intesa per rafforzare i controlli e le verifiche sul danno sanitario, anticipare gli interventi ambientali e varare importanti misure di compensazione per la città. L’obiettivo è quello di concludere l’accordo sindacale evitando due rischi: l’esaurimento della cassa di Ilva previsto per il mese di luglio e la rinuncia di Mittal alla condivisione dell’accordo sindacale che consentirebbe all’Ilva di Taranto di procedere direttamente alle assunzioni superando la necessità dell’intesa.
Il Governo ritiene di aver messo in campo ogni possibile azione e strumento per salvaguardare l’occupazione, gli investimenti ambientali e produttivi anche attraverso l’ammontare di risorse pubbliche ( circa 900 milioni di euro). I sindacati hanno tuttavia deciso di non aderire alle linee guida dell’accordo proposto. L’offerta di Mittal prevede investimenti per 2,4 miliardi a cui si aggiungono 1,8 miliardi di prezzo che servono anche a rimborsare lo Stato e l’indotto. “A questo punto il dossier passa al nuovo governo – ha dichiarato il ministro uscente dello Sviluppo economico Carlo Calenda”.