Il Consiglio dei ministri, riunito oggi a Palazzo Chigi, sotto la presidenza di Paolo Gentiloni, su proposta del ministro dell’interno Marco Minniti, a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (Tuel), ha deliberato lo scioglimento dei Consigli comunali di Bompensiere (Caltanissetta), Caivano (Napoli), Limbadi (Vibo Valentia), Manduria (Taranto) e Platì (Reggio Calabria), in ragione delle riscontrate ingerenze da parte della criminalità organizzata.
Inoltre il Cdm ha deliberato la proroga, per una durata di sei mesi, dello scioglimento dei Consigli comunali di Casavatore e Crispano, entrambi in provincia di Napoli, “in ragione della necessità di proseguire l’opera di risanamento dagli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata”.
Dal 1991 al 17 aprile 2018 sono stati emanati nel complesso 467 decreti ex art. 143 del testo unico sugli enti locali, dei quali 164 di proroga di precedenti provvedimenti; su 303 decreti di scioglimento, 25 sono stati annullati dai giudici amministrativi. Tenuto conto che 56 amministrazioni sono state colpite da più di un decreto di scioglimento, le amministrazioni locali complessivamente coinvolte nella procedura di verifica per infiltrazioni della criminalità organizzata sono state fino ad oggi 258 e di esse 233 sciolte per mafia (tra queste ultime 1 capoluogo di provincia e 5 aziende sanitarie).
Dal 2010 ad oggi sono 35 i procedimenti ispettivi avviati dal Ministero dell’Interno e conclusi con l’archiviazione, di cui 9 nel 2015 (nel caso del comune di Squinzano, in provincia di Lecce, è stato peraltro adottato un provvedimento di rimozione di un consigliere comunale, ai sensi dell’art. 142 del testo unico, in ragione dei l’esistenza di collegamenti tra il consigliere e organizzazioni criminali operanti sul territorio), 3 nel 2016 e 1 nel 2017 (Corigliano Calabro, che era stato sciolto nel 2011).