Lo scorso anno sono stati destinati circa 3 milioni di euro all’istituzione di nuovi centri antiviolenza e di nuove case rifugio, come pure al sostegno di strutture già esistenti. I finanziamenti regionali sono andati anche a progetti finalizzati all’autonomia abitativa per le donne vittime di violenza, a un progetto formativo che nel biennio 2017-2018 coinvolgerà il personale della rete dei Pronto Soccorso e dei servizi territoriali sociali e sanitari, nonchè ad interventi per il trattamento di uomini maltrattanti. Le donne che si sono rivolte ai 19 Centri antiviolenza nel 2017 sono state complessivamente 3.951: tra queste, sono 3.543 coloro che hanno subito violenza (fonte Coordinamento centri antiviolenza).
“Con questa delibera – ha detto l’assessore regionale alle Pari opportunità, Emma Petitti- si aggiunge un altro tassello importante per la realizzazione del Piano regionale contro la violenza di genere. I dati riguardanti le donne che si rivolgono agli sportelli antiviolenza ci fanno capire che la situazione è ancora preoccupante e confermano quanto sia importante poter contare, nei nostri territori, su una rete a protezione e tutela delle donne che abbiano subito maltrattamenti e violenze. Il lavoro svolto dai Centri – ha aggiunto Petitti- è certamente una delle eccellenze della nostra regione e rappresenta un modello a livello nazionale nel contrasto alla violenza di genere”.
Gli Enti o le associazioni in possesso delle caratteristiche richieste potranno presentare domanda di iscrizione all’Elenco regionale dei Centri, non oltre lunedì 28 maggio 2018, ore 14, all’indirizzo web dedicato.
L’iscrizione all’elenco regionale dei centri antiviolenza avverrà entro 60 giorni dall’invio delle domande di iscrizione. I requisiti prioritari per essere ammessi alla rete sono: la titolarità che deve far capo agli Enti locali, in forma singola o associata; le associazioni devono operare nel settore del sostegno alle donne vittime di violenza; avere la sede legale in Emilia Romagna e garantire al pubblico almeno 5 giorni di apertura alla settimana, non meno di 15 ore complessive settimanali e garantire la presenza esclusiva di personale femminile. Le Case rifugio, in particolare, devono funzionare 365 giorni all’anno, 24 ore su 24. I centri antiviolenza sono presidi socio-assistenziali e culturali gestiti da donne, che hanno come finalità primaria la prevenzione e il contrasto alla violenza maschile. Forniscono accoglienza, consulenza, ascolto e sostegno alle donne, anche con figli, minacciate o che abbiano subito violenza. I centri possono articolarsi anche con sportelli sul territorio dove svolgere le proprie attività.