Il modello 730 è diventato lo strumento fiscale preferito dai cittadini per recuperare detrazioni, deduzioni e oneri ai fini Irpef. Gli oltre 20 milioni di contribuenti italiani che anche quest’anno presenteranno il modello 730 recupereranno almeno 9,5 miliardi di euro. Il rimborso medio che il fisco erogherà a ciascun dipendente, attraverso il proprio datore di lavoro, sarà attorno ai 900 euro, mentre l’importo medio che l’Inps restituirà a ciascun pensionato si aggirerà sugli 800 euro.
Sono queste le prime stime elaborate dall’Ufficio studi della Cgia vista la possibilità di accedere dal sito dell’Agenzia delle Entrate al proprio modello 730 precompilato relativo alla dichiarazione dei redditi 2018 (anno di imposta 2017). E stando ai dati registrati l’anno scorso, i territori più interessati dall’utilizzo di questo “strumento” sono stati la Basilicata (61,6 per cento del totale dei dipendenti e pensionati residenti in questa regione), la Puglia (61,2 per cento) e il Molise (61 per cento). Tra le meno “coinvolte” viene segnalata la Sardegna (49,5 per cento), la provincia autonoma di Bolzano (48,2 per cento) e la Campania (46,4 per cento). La media nazionale si è attestata al 55,7 per cento.
Negli ultimi 20 anni il numero di modelli presentati è più che raddoppiato. I fattori di successo vanno ricercati nel costo abbastanza contenuto per chi si rivolge a un Caf o ad un professionista e nella relativa semplicità di compilazione per coloro che, invece, decidono di redigere personalmente il 730 via web. Una pratica semplificata, per chi decide di compilarselo da solo, che richiede tuttavia un minimo di conoscenza della legislazione fiscale aggiornata.
L’incremento del numero dei modelli 730 avvenuto in questi ultimi anni dipende in parte dal fatto che dal 2013 anche i lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro e che sono privi di sostituto di imposta possono presentarlo. Secondo le statistiche del Ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, sono stati 682.000 i contribuenti senza datore di lavoro che nel 2014 (periodo di imposta 2013) si sono avvalsi di questa possibilità, mentre nel 2017 (dichiarazione dei redditi 2016) il loro numero è salito a 1.139.000.
Ma quali sono le principali voci di spesa per le quali i lavoratori dipendenti chiedono il rimborso? Nel 2017 quasi 9,9 milioni hanno presentato la dichiarazione annuale anche per recuperare le spese sanitarie (sconto fiscale medio, 150 euro pro capite), poco più di 4,3 milioni per recuperare le spese riferite alle ristrutturazioni edilizie (rimborso medio di 640 euro) e circa 3,5 milioni di dipendenti per recuperare le spese assicurative (pari a 51 euro pro capite). Tra i pensionati, invece, le domande per il recupero delle spese sanitarie hanno interessato oltre 7 milioni di persone (per un rimborso medio di 186 euro a persona); 3,8 milioni lo hanno richiesto per le ristrutturazioni edilizie (520 euro medio di rimborso) e poco più di un milione di cittadini lo ha chiesto per recuperare le spese assicurative (importo medio di 49 euro a persona).