Movida e sicurezza urbana formano un binomio critico, con ricadute pesanti sulla salute e la vita delle nuove generazioni. Ecco perché i Comuni stanno adottando sempre più spesso provvedimenti restrittivi che suscitano le proteste dei locali notturni, preoccupati per l’andamento del proprio business. Il dissidio sembra insanabile, ma in giro per l’Italia stanno emergendo esperienze che potrebbero indicare una via praticabile per riannodare i fili del rapporto, finora difficile, fra locali e amministrazioni comunali. Una per tutte: Toscana, Empolese Valdelsa, stipulato un patto finalizzato a rendere, soprattutto per i giovani, le notti meno alcoliche, ma nello stesso tempo a far lavorare anche gli operatori del settore in un contesto di equilibrio e di rispetto delle leggi. L’operazione viene condotta dalla Confesercenti della zona attraverso il suo organismo di settore Fiepet (Federazione italiana degli esercenti pubblici e turistici). Si tratta di un’intesa tra esercenti e Comuni che individua alcune linee comportamentali da rispettare, ciascuno per la propria parte, con impegno reciproco. Le spiega Franco Brogi, presidente della Fiepet regionale e provinciale. «Noi abbiamo ricalcato l’accordo che è stato fatto a Firenze fra prefettura, amministrazione comunale e Confesercenti adattandolo alle esigenze dei nostri paesi… Per esportare dal capoluogo questo modello, sono partiti da Certaldo. Noi abbiamo trovato un’ottima sponda nell’amministrazione certaldese. E’ il primo passo per poi portare l’iniziativa in tutto il circondario – prosegue il presidente – Nei prossimi giorni mi muoverò per raccogliere le adesioni tra gli imprenditori del settore, le prime impressioni sono state positive. E poi sigleremo il protocollo col Comune». Brogi, poi, entra anche nel merito dell’accordo: «I locali devono lavorare in maniera virtuosa, non dare alcol ai minorenni, a chi è in stato di ebbrezza. E questi sono gli obblighi di legge che vengono ribaditi ancora una volta. Poi abbiamo la novità: evitare di fare promozioni sugli alcolici, per esempio sulle bevute, tipo “dieci euro e bevi illimitatamente”, oppure “più bevi e meno spendi”. Altro aspetto riguarda il decoro: il gestore del locale si impegna a mantenere l’esterno del locale pulito, ma anche le parti pubbliche, le vicinanze. E poi abbiamo introdotto un impegno a non aumentare le slot machine nei bar e a fare un’opera di sensibilizzazione contro il gioco. Un’azione educativa, perché le ordinanze sono tutte poi impugnabili al Tar e contro le amministrazioni vincono sempre i gestori delle macchinette. Quindi noi vogliamo evitare che i Comuni facciano ordinanze e prendiamo l’impegno come titolari di locali pubblici di non incrementare la spirale del gioco”.
Il protocollo d’intesa prevede anche altre clausole legate alla sicurezza nei locali e per il rapporto con il vicinato. “Si vuole introdurre il concetto che il locale deve lavorare in maniera corretta e tranquilla. Purtroppo le ultime leggi sono punitive per il mondo della vita notturna – spiega Brogi – Noi ci impegniamo ai buoni rapporti con chi vive in prossimità dei locali: con cartelli affissi che chiedano la protezione della quiete pubblica. Bisogna dire, però, che i locali sono come biglietti da visita per le città, luoghi che fungono da deterrente contro furti, rapine e spaccio. Perché se la gente anima le strade di notte il cittadino è più sicuro”.
Il protocollo d’intesa è stato già messo a punto e dovrà essere approvato dalla giunta del Comune di Empoli nei prossimi giorni. Poi inizierà il lavoro nei Comuni limitrofi.