Nel 2017, la pressione fiscale si è attestata al 42,5%, in lievissima flessione rispetto al 42,7% del 2016. Ironicamente, si potrebbe dire che ha ragione il Governo quando dice che sono state abbassate le tasse, peccato che sia vero soltanto dello 0,2%. I dati, comunque, hanno il crisma dell’oggettività perché sono stati comunicati dall’Istat. In controtendenza, invece, il dato del quarto trimestre, nel quale la pressione fiscale ha raggiunto il 48,8%. Si dice preoccupata Confesercenti: “I dati diffusi oggi dall’Istat confermano un quadro macro-economico peggiore di quello previsto dal Def. Una revisione in senso negativo del rapporto deficit-Pil di due decimali che, sebbene attesa, potrebbe incidere sugli equilibri dei conti pubblici, riducendo lo spazio di manovra e mettendo un’ipoteca sulla futura riduzione della pressione fiscale, che invece rimane la priorità dell’economia in una fase ancora delicata. Il 2017, rileva ancora l’Associazione, si è chiuso in ripresa, registrando l’aumento del reddito delle famiglie, dell’occupazione e dei consumi. I primi mesi del 2018 hanno dato, invece, segnali meno rassicuranti – conclude – Sebbene il numero di occupati continui a crescere, come confermato proprio oggi dall’istituto di statistica, nei primi mesi dell’anno le vendite sono tornate a rallentare, così come si è deteriorato il clima di fiducia delle imprese”.