Il titolare delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha firmato il decreto per l’istituzione stabilita in accordo con il presidente di Anac, Raffaele Cantone, e con il Prefetto di Roma, Paola Basilone, di un gruppo di lavoro interistituzionale per acquisire elementi informativi e valutazioni sulla gestione dei finanziamenti stanziati in vista degli interventi per la salvaguardia della Laguna di Venezia. “Il team di lavoro – si legge nel comunicato del Mit – è composto da esperti di comprovata esperienza, capacità e professionalità delle tre istituzioni: il generale della Guardia di Finanza, Cristiano Zaccagnini, Ufficiale di collegamento presso l’Anac, Michelangelo Lo Monaco, segretario generale in distacco presso la Prefettura di Roma, e Alberto Chiovelli, Capo Dipartimento per i Trasporti al Mit”.
Il gruppo di lavoro per lo svolgimento dell’attività del Servizio Alta Sorveglianza sulle Grandi Opere del Mit, potrà acquisire ogni elemento utile e adottare ogni iniziativa consona all’assolvimento dei propri compiti. La storia del Modulo Sperimentale Elettromeccanico (Mose), cioè il sistema di paratoie mobili a scomparsa poste sulle bocche di porto (i varchi che collegano la Laguna con il mare aperto attraverso i quali si attua il flusso e riflusso della marea) sono state concepite nel 1981 per proteggere il capoluogo veneto dall’esubero delle acque. Insieme ad altri interventi, come il rinforzo dei litorali, il rialzo di rive e pavimentazioni e la riqualificazione della Laguna stessa, dovrebbe garantire la difesa della città dagli eventi estremi.
Il Mose è stato progettato per proteggere Venezia e il sistema lagunare da maree fino a 3 metri di altezza, un sistema complesso che, ad oggi, tra alterne vicende, ha raggiunto un avanzamento pari a circa l’85% delle potenzialità. Grazie alla flessibilità di gestione, il Mose può essere messo in funzione in modi diversi per far fronte alle caratteristiche e all’entità dell’evento di marea. Poichè le paratoie sono indipendenti l’una dall’altra e in grado di agire separatamente, è possibile prevedere la chiusura contemporanea di tutte e tre le bocche di porto in caso di evento eccezionale, oppure programmarne la chiusura differenziata in base ai venti, alla pressione e all’entità di marea prevista.
A seguito delle indagini giudiziarie verificatesi tra il 2013 e il 2014, che hanno visto coinvolti parte degli organi dirigenziali del Consorzio Venezia Nuova e delle sue imprese, lo Stato è intervenuto al fine di assicurare il proseguimento dei lavori e la conclusione dell’opera: a dicembre 2014 l’Autorità nazionale anticorruzione ha proposto la gestione straordinaria del Consorzio, a cui è seguita la nomina di tre amministratori.