L’India galoppa verso il futuro. Pur segnato da una lacerante contraddizione fra arretratezza e sviluppo, il Paese delle caste e dei Paria vive un accelerato processo d’innovazione e di urbanizzazione. In tal contesto sta maturando l’esperienza smart di Nagpur, città di 2.7 milioni di abitanti, situata nel centro dell’India, nello Stato del Maharashtra, che punta a divenire connessa e “intelligente”, per rivaleggiare con i grandi centri industriali del paese come Bombay o Hyderabad.
Non a caso, l’ex capitale della provincia centrale del Raj britannico è stata ritenuta una delle cento città intelligenti che il Governo del premier l’ex capitale della provincia centrale del Raj britannico è stata ritenuta una delle cento città intelligenti che il Governo del premier Narendra Modi intende creare intende creare, grazie ai finanziamenti del Governo di Nuova Delhi. La prima imponente iniziativa in tal senso è la costruzione di un cavalcavia nel centro cittadino che ospiterà due linee rialzate della metropolitana, alimentate dall’energia solare. L’impresa è finanziata dalla Francia con una linea di credito di 130 milioni di euro.
La municipalità di Nagpur ha in cantiere altri importanti progetti come la costruzione di abitazioni, scuole, ospedali, il recupero di vaste aree degradate (l’area intorno al fiume Nag, che attraversa la città e che oggi è ridotto a una cloaca a cielo aperto costeggiata dalla bidonville che vi riversa le proprie acque reflue e i rifiuti). Ma non finisce qui. Gli amministratori locali intendono installare il wifi e pannelli a messaggio variabile in tutti gli angoli, la fibra ottica, piste ciclabili e applicazioni per lo smartphone che indichino i tempi reali d’attesa per i bus e i parcheggi con posti disponibili.
Si prevede che la trasformazione intelligente della città avverrà in circa vent’anni. Le autorità osservano criteri di pianificazione strategica del territorio basati sulla gradualità e l’equilibrio dei fattori innovativi, onde evitare il sovraffollamento e la congestione che potrebbe derivarne, come invece è accaduto a Bangalore. Si procederà, pertanto, prima alla costruzione delle infrastrutture e soltanto in un secondo momento sarà consentito l’afflusso di nuovi abitanti. Nel frattempo, sono arrivati i giganti dei servizi informatici come Infosys, Tcs e Hcl. E presto sarà così anche per il settore della salute, con l’apertura a breve dell’Istituto nazionale per la cura del cancro e di un ospedale da tremila posti letto. Non sta fermo neppure il settore dell’industria aeronautica e della difesa: il conglomerato Tata fabbrica componenti per le carlinghe di Boeing e Airbus a 300 metri dal sito dove, alla fine di ottobre, Dassault aviation e Reliance Ada, hanno posato la prima pietra dello stabilimento che assemblerà il caccia francese Rafale. Inoltre, verrà raddoppiato e privatizzato l’aeroporto, mentre il Comune incentiverà il turismo valorizzando le dodici riserve naturali delle tigri presenti nella regione.