Economia circolare, limiti all’inquinamento dell’aria per il 2030, il post conferenza Onu sul clima di Parigi, leggi ‘salva-naturà e trasporti sostenibili. Questi alcuni punti chiave del ‘menù della prossima presidenza di turno dell’Ue, guidata dall’Olanda, sul fronte ambientale. Il pacchetto più spinoso sul tavolo dei ministri dell’ambiente dei 28 Paesi à quello appena presentato dalla Commissione europea che punta al passaggio da un’economia ‘lineare’, basata sulla logica dell’usa e getta, ad un’economia ‘circolarè, mirata non solo su riuso e riciclo di rifiuti e migliore uso delle risorse, ma anche sul design dei prodotti, che devono diventare riutilizzabili e facilmente riparabili. «Crescita sostenibile non significa solo ridurre le emissioni di CO2» scrive la nuova presidenza Ue, secondo cui «la nostra economia non ha solo bisogno di diventare a prova di clima, ma anche ‘circolare’, dove gli obiettivi economici convergono con un uso e riuso responsabile di materie prime ed energia». L’ambizioso obiettivo degli olandesi è riuscire quindi ad arrivare ad una posizione comune fra i 28 Stati membri «a giugno», per passare poi ai negoziati con Parlamento e esecutivo Ue. Sempre a inizio 2016 sono attese le discussioni sulle direttive Habitat e Uccelli, le leggi ‘salva-natura’, dopo la revisione in corso da parte della Commissione europea. Entra invece nella fase clou il dossier sui limiti nazionali delle emissioni inquinanti dell’aria (NEC) dal 2020 al 2030, dalle micropolveri sottili (Pm 2.5) all’anidride solforosa (SO2). Lo scopo sarà quello di strappare un accordo con esecutivo Ue e Parlamento europeo, più ambiziosi dei governi dei 28, che hanno stralciato il metano dalla normativa e ridotto soprattutto gli obiettivi relativi all’ammoniaca. «Il nostro obiettivo è iniziare i negoziati il prima possibile e speriamo di concluderli entro il semestre» ha detto Sharon Dijksma, ministro dell’ambiente olandese, all’ultimo Consiglio ambiente. Altro fronte ‘sensibilè nel 2016 sarà il post conferenza Onu sul clima, per definire le politiche Ue a livello interno e globale. «La parte difficile sarà l’attuazione delle decisioni di Parigi» ha detto il ministro dell’ambiente lussemburghese, Carole Dieschbourg, per la presidenza uscente dell’Ue. Oltre alla discussione sull’impatto per le strategie domestiche per il 2030, l’Unione europea dovrà fare i conti con alcuni nodi in sospeso a livello internazionale, come le emissioni dei settori dei trasporti marittimi e aerei, rimaste fuori dall’accordo globale. «Se dall’assemblea dell’Organizzazione internazionale dell’aviazione (Icao) non arriveranno misure taglia-CO2 per il mercato globale, avremo un grande problema» ha detto il commissario europeo al Clima, Miguel Arias Canete, ricordando che l’Ue ha sospeso l’attuazione della sua tassa sulle emissioni dei voli internazionali, in attesa di un accordo mondiale. «Avremo bisogno di una soluzione intelligente» ha detto Canete. Dopo lo scandalo Volkswagen, tecnologie innovative e politiche per trasporti verdi saranno infine il tema al centro della riunione informale dei ministri dell’ambiente dei 28, fissata ad aprile 2016.