Il nostro Paese si conferma ai vertici mondiali per l’aspettativa di vita. Buoni sono gli indicatori di salute in relazione alle principali patologie, come pure elevata è la qualità delle cure. Ma come dice da anni l’Organizzazione mondiale della Sanità, il concetto di salute è legato sempre di più a fattori sociali, ambientali, abitativi, climatici, lavorativi e culturali. Su questo sfondo dunque “il Sindaco non è più solo la massima autorità in materia di igiene pubblica e di emergenza sanitaria previsto dalla normativa. A lui spetta il compito di accompagnare la propria città verso il futuro, adoperandosi perchè i cittadini cambino il proprio stile di vita e vivano in condizioni di maggior benessere”. Lo ha detto il Sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, intervenendo al convegno sulla Salute nelle città organizzato dal Ministro Beatrice Lorenzin. Un evento di rilievo nel corso del quale è stato sottoscritto il Manifesto “Urban Health Rome Declaration”, che indica le quindici azioni per il miglioramento della salute nelle città attraverso un approccio multidisciplinare per le politiche di benessere nell’ambito urbano. Trasporto, inquinamento atmosferico, sicurezza stradale, infrastrutture sportive, pianificazione urbana sostenibile, aree verdi, paura reale o percepita sono tutti fattori determinanti della salute. “Si capisce bene, quindi, come il ruolo del primo cittadino sia centrale in ogni intervento. Gli amministratori hanno il compito di mettere a sistema una serie di interventi settoriali che incidano in modo concreto sulle condizioni di vita della città, considerando il benessere e la salute dell’intera collettività. Gli amministratori locali hanno a cuore questo sistema a 360 gradi, tanto che “dei 2.000 interventi finanziati nel primo bando periferie, ben 700 incrementano piste ciclabili, aree a verde, playground avendo un risvolto diretto sulla salute dei cittadini – ha aggiunto Decaro”.
Quando parliamo di healthy city pensiamo ad una città consapevole dell’importanza della salute come bene collettivo, che mette in atto politiche chiare per tutelarla e migliorarla. In questa prospettiva la salute non risulta essere solo un bene individuale, ma un bene comune che chiama tutti i cittadini all’etica e al rispetto delle regole di convivenza civile, a comportamenti virtuosi basati sull’attenzione reciproca. Il bene comune è dunque un obiettivo da perseguire, sia da parte delle comunità che da parte degli amministratori locali e dei Sindaci, i quali debbono proporsi come garanti di una sanità equa, facendo in modo che la salute della collettività sia considerata un investimento e non solo un costo.