Impiegano troppo tempo a spostarsi, criticano il trasporto pubblico e chiedono più intermodalità, sono insoddisfatti del traffico ma scelgono ancora prevalentemente l’automobile per i tragitti quotidiani, che sia andare al lavoro, fare la spesa o portare i bambini a scuola. Sono gli italiani. Ma cambia la mentalità: gli abitanti del Belpaese sono sempre più preoccupati della qualità dell’aria e si fanno multi-mobili: ovvero utilizzano più mezzi, in media 2,7 a settimana, per i propri spostamenti. Non solo, il 74% dei cittadini intervistati si dichiara favorevole all’introduzione del divieto di commercializzazione dei veicoli a combustibili fossili dal 2030.
“La sensibilità degli italiani verso la mobilità sostenibile è aumentata: sono più liberi, meno legati all’auto propria e pronti a modificare le abitudini per una mobilità meno impattante”; il 92% si dichiara preoccupato (il 33% molto preoccupato) per la qualità dell’aria nelle città italiane (il 72% a novembre del 2016) e favorevole per il 74% all’introduzione del divieto di commercializzazione dei veicoli a combustibili fossili dal 2030. Lo rileva un sondaggio della società Lorien Consulting (su un campione di 1000 individui rappresentativi della popolazione adulta italiana) presentato in occasione del Forum QualeMobilità? organizzato da Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club in partenariato con Cobat (Consorzio nazionale raccolta e riciclo) presso la Camera di Commercio di Roma nella Sala del Tempio di Adriano in un quadro in cui l’Italia è il paese in cui si vendono più auto diesel (56% tra gennaio e ottobre 2017 contro una media europea di 45%).
Inoltre se nel nostro Paese si registra la maggior incidenza di morti premature per inquinamento atmosferico (91 mila annui per l’Eea, Agenzia Europea Ambiente), dal sondaggio emerge che agli spostamenti con auto di proprietà si sta sostituendo lentamente la multi-modalità: i mezzi usati dalla stessa persona ogni settimana sono in media 2,7 e se prevale ancora l’uso del mezzo proprio (87%) la percentuale è in calo (92% lo scorso anno); il mezzo pubblico è usato dal 64%, le bici dal 32%, il 19% va anche in taxi o in auto a noleggio, mentre il 10% usa servizi di sharing economy. “La sfida consiste nell’adeguare le città alle nuove forme di mobilità, dalla bici alla auto elettriche” spiega Rossella Muroni, presidente di Legambiente; solo così – ribadisce – potremo accompagnare la conversione verso una mobilità più sostenibile e solo promuovendo la modernità potremo dire addio a traffico e inquinamento da combustibili fossili”.
Dal sondaggio emerge che gli italiani si comportano secondo quattro macromodelli di mobilità: i mono-mobili (14%) si spostano molto e sempre con lo stesso mezzo, ma sarebbero interessati ai mezzi elettrici se solo costassero meno; gli stanziali (21%) si spostano poco, spesso con lo stesso mezzo; i moderati (37%) hanno una media intensità di spostamento e scelta limitata dei mezzi; multi-mobili (28%) si spostano molto, differenziando e sono disponibili a spendere di più per i mezzi elettrici. L’auto privata invece continua ad essere il mezzo obbligato nel percorso casa – scuola, per la mancanza di servizio pubblico in gran parte d’Italia: 64% per chi ha figli alla materna, 69% alle elementari e 68% alle medie; cala drasticamente dalle superiori in poi (30%). I giovani tra i 14 e i 18 anni sono sempre più multi-modali: il 30% oltre al mezzo pubblico usa la bici, propria o in sharing oppure va a piedi (10%). Inoltre il 70% del campione è disponibile a spendere di più per acquistare un’auto elettrica (+14% rispetto al dato di maggio): fino al 10% in più per il 45%, fino al 30% in più per il 25% (36% tra i multi-modali). E se la Norvegia e alcune capitali europee si apprestano a mettere al bando i motori diesel e a combustione interna (benzina, cherosene, gpl, metano, biocarburanti, alcool), in Italia l’80% è favorevole al divieto di circolazione di tutti i mezzi a motore a combustione nelle maggiori aree metropolitane (30% molto d’accordo, 51% abbastanza). Il 76% è d’accordo sul divieto di vendita di tutte le tipologie di mezzi a combustione interna (78% per i diesel). Infine tra le azioni necessarie per favorire il processo di conversione verso la sostenibilità c’e’ l’aumento del servizio e la capillarità del trasporto pubblico (82%).