La diffusione della Banda ultra larga su tutto il territorio nazionale è un’operazione strategica cruciale per rilanciare il sistema-Paese in termini di competitività e di sviluppo economico che vede il Governo impegnato in prima linea a superare ostacoli ed eventuali criticità. Uno dei problemi da affrontare, e per questo al centro dell’attenzione del Mise, è rappresentato dalle così dette “aree grigie”. Si tratta di porzioni di territorio dove è presente un unico operatore di rete ed è improbabile che nel prossimo futuro venga installata un’altra infrastruttura. Qui lo Stato non può intervenire direttamente come sta accadendo per le aree bianche a fallimento di mercato. Di conseguenza, occorre individuare con attenzione le caratteristiche dei possibili voucher o degli incentivi che invece dovessero riguardare l’offerta. Il piano del ministero prevede circa 1,3 miliardi per incentivare l’adozione della banda ultralarga, risorse divise più o meno in parti uguali tra imprese e famiglie. In questo contesto, dunque, nei prossimi due mesi l’emendamento approvato martedì al Senato fornirà all’Authority le indicazioni per definire le caratteristiche tecniche delle varie offerte basate sulla fibra ottica: quelle che arriveranno fino all’unità immobiliare del cliente potranno essere commercializzate come fibra “completa”.
Sul tema, il Ministro Carlo Calenda, rispondendo al question time alla Camera, ha affermato: “Per le aree grigie, dove risiede la larga maggioranza delle imprese italiane, c’è un’interlocuzione con la Commissione europea sugli incentivi ammissibili. Si sta verificando anche l’efficienza sulla base dei benchmark di mercato: questa è attualmente la fase, non possiamo procedere finché la Commissione non avrà definito quale sia il modello implementabile, riteniamo di riuscirlo a fare nei prossimi due mesi”.