Alghero protesta dopo la decisione del governo di Madrid di chiudere la sede di rappresentanza catalana in Sardegna, l’unica in Italia con quella di Roma. In ballo c’è un’eredità storica, sono tante le tradizioni che hanno fatto guadagnare alla città sarda il soprannome di “Barceloneta”.
Si tratta di un legame antico che si respira nelle vie del centro storico così simili a quelle della capitale catalana. Anche il nome delle strade di Alghero è scritto in doppia lingua.
“Difendiamo le nostre radici catalane”. In un post su Facebook il sindaco di Alghero, Mario Bruno ha scritto che “questa chiusura non può passare inosservata” ed ha anticipato il prossimo passo dell’amministrazione, cioè l’invio di una lettera di protesta alla Generalitat e ai commissari imposti in Catalogna in sostituzione dei membri destituiti. In copia, la lettera sarà inviata anche a Francesco Pigliaru, presidente della Giunta della Regione Sardegna, e al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Il primo cittadino ricorda che “le relazioni storiche tra la città di Alghero e la Catalogna vanno al di là di quelli che sono i comuni rapporti internazionali che, in tempi moderni, il governo catalano ha instaurato con diversi Stati europei ed extra-europei. Alghero è l’unica città d’Italia con radici catalane, sente vivo il vincolo culturale, storico e linguistico con i paesi catalani, alla base di rinnovati rapporti commerciali e turistici”.
La disposizione del governo spagnolo è arrivata dopo il caos seguito al referendum pro indipendenza della regione catalana, che ha portato alla destituzione delle autorità di Barcellona da parte di Madrid ed all’arresto dei suoi rappresentanti.
La sede di rappresentanza catalana era stata aperta nel 2009 e si trova in un palazzo storico di Alghero di 100 metri quadri concesso dal Comune con un contratto in comodato d’uso gratuito. Una sorta di dono fatto dalla città sarda alla città ‘madre’ spagnola, in virtù di un legame che risale al XVI secolo, quando “L’Alguer” diventò ufficialmente un possedimento spagnolo.
Stupisce il silenzio del rappresentante catalano ad Alghero, che finora non si è espresso sulla situazione che ha colpito la Catalogna e che ha spinto l’amministrazione comunale a schierarsi in prima linea. La speranza del sindaco è quella di mantenere aperta l’‘ambasciata’ algherese perché la sua chiusura sarebbe un danno per la città. “E’ chiaro che la chiusura dell’ufficio di corrispondenza di Alghero rischia di mettere a repentaglio i rapporti economici e sociali tra i due territori – aggiunge il sindaco Bruno – vanificando il grande lavoro compiuto e lo sforzo realizzato per consolidare i profondi legami esistenti tra le associazioni e le imprese italiane, sarde e catalane che operano con ricadute positive nei due Paesi. La scelta unilaterale del Governo spagnolo è un atto di forza che non può passare inosservato, al di là di come la si pensi sulla autodeterminazione della Catalogna”.