L’oro blu è certamente molto prezioso. Vale più dell’oro nero e di quello giallo. I mutamenti climatici e i crescenti processi di desertificazione sfoceranno in tremende “guerre per l’acqua”, soprattutto in alcune aree del pianeta, se non si interviene efficacemente e tempestivamente a livello globale. Anche nel Belpaese la scarsità di piogge, accompagnata di tanto in tanto da qualche pesante alluvione, sta creando seri problemi. Ecco perché bisogna correre ai ripari, evitando ad esempio di disperdere acqua, sforzandosi invece di usarla in modo parsimonioso. “Il Governo ha stanziato 4 miliardi e mezzo per la riduzione delle perdite dalla rete idrica. Nella legge di bilancio inoltre c’è un piano contro la siccità, per valorizzare l’accumulo in 2000 bacini di piccole e medie dimensioni”. Ha annunciato il premier Paolo Gentiloni nel corso del convegno al Campidoglio a Roma “I grandi fiumi del mondo si incontrano”, organizzato dal Ministero dell’Ambiente e in corso fino a mercoledì 25. “Tuttora la scarsità d’acqua è una delle grandi questioni ambientali globali. Tuttora 800 milioni di persone non hanno nel mondo accesso all’acqua potabile. Poi ci sono problemi che negli ultimi 30 anni sono andati emergendo, quelli determinati dall’impatto dei cambiamenti climatici e dalle conseguenze che questi hanno sui rischi di tensioni e guerre e sui fenomeni migratori – ha confermato il premier Gentiloni e ha aggiunto – Parliamo spesso dei flussi migratori che arrivano nel nostro continente, ma non dimentichiamo che queste dinamiche ambientali che riguardano laghi e fiumi, producono enormi flussi migratori interni. Ricordiamo il lago Ciad in Africa, dove la crisi si calcola abbia provocato 2 milioni e mezzo di sfollati. Ci sono perfino delle relazioni evidenti fra la crisi idrica del lago Ciad e le minacce terroristiche, fra quella crisi ambientale e l’emergere di Boko Haram in quella zona. L’Italia ha dato un contributo per il risanamento del lago Ciad, 10 milioni in due anni. Sulla lotta al cambiamento climatico – ha proseguito Gentiloni – c’è una espressione usata da papa Francesco, globalizzazione della responsabilità. Condividiamo una responsabilità se vogliamo affrontare problemi di queste dimensioni. Questa responsabilità comune si traduce innanzitutto nella difesa e nell’attuazione degli Accordi di Parigi sul clima. Sappiamo che sono degli accordi la cui conclusione non è di per sé risolutiva – ha osservato – Dobbiamo essere consapevoli che questi accordi sono importantissimi, non bisogna certamente fare passi indietro da lì. Ci auguriamo che i nostri amici americani tornino sulle loro decisioni. Ma sappiamo anche che non è sufficiente aver preso quelle decisioni. Gli Accordi di Parigi necessitano di una continua attività di attuazione, per consentire in particolare ai paesi meno sviluppati di fronteggiare le conseguenze del cambiamento climatico, con l’impegno anche finanziario dell’insieme della comunità internazionale. Questo impegno deve verificarsi e confermarsi anno dopo anno”.