Continua a scendere il numero dei migranti arrivati in Italia. Ormai da un paio di settimane il calo si attesta oltre il 3%. Stando ai dati del Viminale, dal 1° gennaio ad oggi sono sbarcati nel nostro Paese 96.845 migranti, il 3,47% in meno rispetto ai 100.328 dello stesso periodo del 2016. L’ultima ondata di arrivi, sempre stando ai dati del Ministero dell’Interno, è stata registrata il 25 luglio di quest’anno, quando sono sbarcate sulle nostre coste oltre 1.000 persone. La diminuzione è stata registrata soprattutto nel mese di luglio: se infatti, da gennaio a giugno di quest’anno gli arrivi sono stati superiori a quelli del 2016, il mese scorso sono sbarcati 11.459 migranti a fronte dei 23.552 dello stesso mese dello scorso anno. Non è forse questo il momento di trarre delle conclusioni, poiché sappiamo che il problema è assai complesso, ma il tanto dibattuto, criticato e per altri auspicato Codice di condotta per il salvataggio dei migranti in mare, che dopo il correttivo apportato dal Viminale prevede che le Ong sottoscrivano l’impegno a ricevere a bordo, per il periodo rigorosamente necessario e dietro istanza delle autorità competenti, ufficiali di Polizia giudiziaria, ha forse cominciato a fare la sua parte dando i primi risultati. Questo affinchè possano raccogliere notizie e prove finalizzate alle indagini sul traffico di esseri umani, senza tuttavia ostacolare le operazioni umanitarie.
Tra i diversi punti, anche il divieto per le Ong di fare ingresso nei mari libici, salvo situazioni di grave e di imminente pericolo che richiedano assistenza immediata e sempre che non intralcino l’attività di “search and rescue” da parte della Guardia costiera libica. Una strada nuova per contrastare la tratta degli esseri umani, lo sfruttamento dei disperati che fuggono dal proprio Paese. “Abbiamo a che fare – ha detto il titolare del Viminale, Minniti – con un fenomeno epocale che ci ha accompagnato in passato e molto probabilmente ci accompagnerà anche nel futuro. Esso può essere affrontato in maniera utile e definitiva soltanto attraverso una grande cooperazione tra Europa e Africa”.